Oggi, venerdì 27 maggio, i lavoratori Almaviva Contact incrociano nuovamente le braccia. Dopo la fumata grigia all’incontro di martedì scorso tra sindacati e Governo, Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil hanno confermato lo sciopero unitario e la manifestazione nazionale a Roma, in piazza SS. Apostoli.

Se entro il 5 giugno la vertenza non vedrà una svolta positiva, l'azienda procederà con i 3000 licenziamenti annunciati. Sindacati e lavoratori chiedono al Governo di essere ricevuti a Palazzo Chigi, e in queste ore stanno inviando centinaia di e-mail al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti.

Di seguito il comunicato stampa di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil.


Almaviva, vertenza licenziamenti: confermati sciopero e manifestazione a Roma il prossimo 27 maggio

Si è concluso nella serata di ieri l’incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico sulla vertenza Almaviva, un appuntamento molto atteso dopo la bocciatura da parte delle lavoratrici e dei lavoratori della proposta aziendale che ricalcava i punti tracciati dal Ministero stesso.Il Ministero ha proposto di affrontare i prossimi mesi con un mix di ammortizzatori sociali previsti dal Jobs Act che, complessivamente, potrebbero coprire fino a 36 mesi continuativi: 6 mesi di contratto di solidarietà in deroga (tipo B), 12 mesi di cassa integrazione finanziata attingendo al fondo speciale per i call center (di 11 milioni di euro), 12 mesi di contratto di solidarietà con il fondo residuale (FIS), 6 mesi di cassa integrazione con il fondo residuale (FIS).Le OO. SS. hanno replicato che questo percorso non è attuabile perché ogni tipo di ammortizzatore necessita di una diversa organizzazione del lavoro, organizzazione che difficilmente può essere modificata così spesso senza creare ulteriori danni all’azienda e ai lavoratori.Inoltre il mix di ammortizzatori non opererebbe in continuità automatica, ma sarebbe necessaria l’apertura di una procedura di mobilità da parte dell’azienda alla fine di ogni periodo di ammortizzatore precedente.Infine, ogni ammortizzatore sociale prospettato prevede una diversa ricaduta salariale, con l’evidente conseguenza di dare ancor meno certezze alle lavoratrici e ai lavoratori di Almaviva.La disponibilità del Governo ad affrontare in tempi rapidi la questione delle delocalizzazioni di attività di call center all’estero, come normato dall’art. 24 bis Decreto Sviluppo 2012, e il problema delle gare al massimo ribasso per l’assegnazione degli appalti, rimandando ancora una volta la discussione su questi temi al tavolo generale di settore, appare effimera e non coerente con la gravità della situazione in cui versa il settore.Come ormai noto, le OO. SS. chiedono che il Governo si faccia carico di tre temi, fondamentali per affrontare gli esuberi dichiarati da Almaviva così come la crisi complessiva del settore:- Applicazione dell’art. 24 bis del Decreto Sviluppo 2012. Le OO.SS. hanno chiesto nuovamente l’avvio immediato delle ispezioni e le sanzioni per la committenza che, avendo delocalizzato attività in Paesi collocati fuori dalla Comunità Europea, non fornisca l’informazione preventiva sulla località di risposta e/o non dia al cittadino il diritto di scegliere se ottenere la risposta da un operatore in Italia o in altro Paese.- Contrasto alle gare al massimo ribasso. È necessario un riequilibrio dei rapporti di forza sul mercato, un consolidamento del settore che permetta la concentrazione di aziende che competano sugli investimenti in innovazione, sulla qualità dei servizi offerti e sulle economie di scala.- Ammortizzatori sociali adeguati a produrre effetti tangibili sulle condizioni di mercato garantendo un sistema di tutela certo e visibile che sia di reale supporto al superamento della condizione di crisi dell’azienda.Le OO. SS. hanno ribadito la necessità di utilizzare per la vertenza Almaviva uno strumento che dia un tempo sufficientemente lungo da permettere un rafforzamento del settore dei call center e un riequilibrio dei rapporti di forza sul mercato.Forti del voto delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno rigettato la proposta di accordo precedente, le Segreterie Nazionali hanno chiesto al Governo di modificare il D. lgs. 148/2015 inserendo le attività di call center tra quelle di cui all’art. 20 comma 2, affinché il settore dei call center abbia accesso agli ammortizzatori ordinari previsti per l’industria, che raggiungono un massimo di 36 mesi continuativi.È evidente infatti che, diversamente da quanto chiesto dal Vice Ministro Bellanova, la vertenza Almaviva non potrà concludersi con un accordo che utilizzi gli ammortizzatori sociali esistenti, in quanto inadeguati ed inefficaci a risolvere il problema delle lavoratrici e dei lavoratori di questa azienda.È indispensabile che in questo momento delicatissimo tutte le parti in causa tolgano dal tavolo qualsiasi pregiudiziale ideologica al fine di salvaguardare 3000 posti di lavoro.Le Segreterie Nazionali confermano l’urgenza di proseguire la trattativa con Almaviva e i ministeri dello Sviluppo Economico e del Lavoro confermando la disponibilità a riprendere il confronto in qualsiasi momento.Confermano inoltre la proclamazione dello sciopero dell’intera azienda e la manifestazione nazionale che si terrà venerdì 27 maggio a Roma, a partire dalle ore 10 in piazza SS. Apostoli.LE SEGRETERIE NAZIONALISLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL