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matteo oi
Ad oltre due anni dalla costituzione del Comitato nazionale per il contrasto al lavoro sommerso e dalla definizione dei quattro sottogruppi di lavoro previsti, il 22 e 23 luglio questi gruppi sono stati convocati.
Quattro gli obiettivi dei gruppi:
1) Misure volte all’affinamento delle tecniche di produzione, raccolta e condivisione tempestiva di dati granulari sul lavoro sommerso.
2) Introduzione di misure dirette e indirette per trasformare il lavoro sommerso in lavoro regolare rendendo maggiormente vantaggioso operare nell’economia regolare.
3) Campagna d’informazione nazionale sul “disvalore” insito nel ricorso al lavoro sommerso, rivolta ai datori di lavoro e ai lavoratori, con il coinvolgimento attivo delle parti sociali.
4) Misure per favorire l’impiego regolare di lavoratori stranieri in agricoltura attraverso il contrasto agli insediamenti abusivi e la promozione di azioni di politica attiva.
Gli obiettivi e i compiti del Comitato nazionale per il contrasto al lavoro sommerso sono definiti dalla Riforma 1.2 Missione 5 Componente 1 del PNRR.
In 24 mesi sono cambiati i vertici dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, sono state approvate quattro revisioni del PNRR, sono stati prodotti innumerevoli norme e decreti rincorrendo il cronoprogramma condiviso con la Commissione europea, eppure mai si è ritenuto urgente coinvolgere realmente le parti sociali. Fino alla convocazione di questa maratona di incontri da remoto, concentrati in due mattinate, un’ora e mezza per ogni gruppo.
Ad accompagnare la convocazione il testo integrale della revisione del PNRR di novembre 2024: 600 pagine, ormai superate da tre successive revisioni del PNRR, l’ultima delle quali risale al 17 giugno 2025, intervenuta proprio su obiettivi e target di questa specifica riforma.
A rendere ancora più grave il quadro, le uniche vere informazioni ottenute:
− il portale nazionale del sommerso è, ad oggi, uno
strumento ancora in fase di armonizzazione tra gli enti coinvolti, non concepito per una condivisione di dati e informazioni a fini statistici; questo ne limita l’efficacia in termini di analisi, valutazione e monitoraggio del fenomeno, ostacolando la definizione di interventi legislativi e di policy adeguati al suo contrasto;
− è emerso in modo del tutto incidentale, attraverso un intervento di INPS, che il Ministero del Lavoro ha avviato un confronto sulla costruzione degli ISAC (Indici Sintetici di Affidabilità Contributiva), descritto come un momento di confronto con le “parti sociali”, quando in realtà è risultata coinvolta unicamente la parte datoriale. Questo avviene nonostante, durante l’ultima riunione del Comitato, fosse stata annunciata per l’inizio di luglio una convocazione estesa a tutte le parti, della quale, ad oggi, non abbiamo ancora ricevuto comunicazione.
− La struttura commissariale per il superamento degli insediamenti abusivi in agricoltura ha annunciato che saranno finanziati solo 12 progetti, per un ammontare di circa 26 milioni rispetto ai 200 complessivi previsti dalla misura, lasciando fuori diverse realtà, tra cui Borgo Mezzanone e Torretta Antonacci.
Trascuratezza e approssimazione sono state la cifra degli interventi di Enti e Istituzioni, chiamati a riferire delle attività compiute. L’obiettivo della convocazione dei sottogruppi è stato evidentemente solo quello di poter dimostrare formalmente alla Commissione europea il coinvolgimento del partenariato, senza alcuna reale intenzione di ascoltare e valorizzare il contributo delle parti.
Come CGIL abbiamo espresso forte disapprovazione rispetto alla gestione degli incontri e chiesto la rimodulazione dei sottogruppi e l’adeguamento degli obiettivi a seguito della revisione del PNRR relativo a questa riforma. Vogliamo contribuire in un reale confronto, con le nostre elaborazioni e contenuti, alla definizione delle misure e azioni specifiche di contrasto a livello settoriale e territoriale e chiediamo di essere messi in condizione di monitorare correttamente le evoluzioni del fenomeno del sommerso.
La Cgil ha provveduto ad inviare a tutti i componenti del Comitato il contributo dell’organizzazione alla elaborazione degli ISAC sollecitando l’avvio del confronto.