L'esigenza di far decadere l'incompatibilità tra subordinazione - o parasubordinazione - e professione di avvocato è emersa ormai da qualche anno in diverse associazioni del settore (si vedano, ad esempio, il comunicato del 24/02/2015 di MGA, o la mozione 60 presentata da ANF Associazione Nazionale Forense al XXXIII Congresso Nazionale Forense nonché le proposte da quest’ultima elaborate sin dal 2010).

Le motivazioni che hanno portato la Consulta delle Professioni CGIL a lanciare questa richiesta di adesione ad una proposta di legge che modifichi alcune disposizioni della legge ordinamentale forense n. 247/12 contemperano due diverse esigenze che le associazioni forensi hanno in questi anni evidenziato, motivazioni apparentemente contrapposte e che tuttavia trovano nell'abolizione della incompatibilità il loro punto d'incontro.

Innanzitutto la presa d'atto della situazione di migliaia di avvocati sans papier che già sono di fatto “dipendenti” di studi professionali e presentano gran parte degli elementi che identificano il rapporto di subordinazione senza goderne dei diritti (e senza beneficiare realmente nemmeno dei vantaggi e delle libertà connesse alla condizione di libero professionista).

Dall'altra parte questa modifica andrebbe a diminuire il numero delle imprese-avvocati, il numero degli studi professionali che studi non sono. Andrebbe, di fatto, a razionalizzare le modalità organizzative della professione forense, ponendo fine alla “costrizione”, che grava a carico di chiunque voglia svolgere la professione, di dover aprire, in fondo, una micro impresa spesso costosa e inefficiente.

Questa proposta oltre a far decadere l'incompatibilità dovrebbe prevedere, contemperandole con le previsioni della legge ordinamentale forense 31.12.2012, n.247, le possibili modalità di inclusione di questa nuova modalità di esercizio della professione nell’alveo del contratto collettivo nazionale di lavoro “studi professionali”, salva la previsione che l'avvocato dipendente o parasubordinato rimanga iscritto alla Cassa Forense, con oneri da individuarsi in ragione della particolare figura professionale, della natura della prestazione e della nuova regolamentazione.

Chiediamo alle associazioni forensi di unirsi con noi e contribuire a scrivere questa proposta, per sanare una situazione ormai intollerabile per moltissimi avvocati giovani (ma non solo) e per dare razionalità e maggiore efficienza al sistema degli studi forensi. Per garantire un lavoro dignitoso agli iscritti all'Ordine negli studi e per assicurare ai clienti un servizio trasparente e di qualità.

Per informazioni e adesioni è possibile scrivere a consultaprofessioni@cgil.it o chiamare il 068476435