"La vera notizia è che non c'è notizia: il numero degli esodati è oramai noto da tempo". E' quanto afferma il Segretario Confederale della CGIL, Vera Lamonica, a proposito dell'articolo pubblicato oggi dal Messaggero nel quale si afferma che sarebbero ancora 150mila gli esodati senza tutele. In merito alle affermazioni della titolare del dicastero del Lavoro, Elsa Fornero, la dirigente sindacale aggiunge: "il ministro dimostra, ancora una volta, di non aver ben compreso l'entità del disastro compiuto dal governo di cui fa parte, e continua a far finta di stupirsi dei numeri". Secondo la dirigente sindacale, "si omette di ricordare che, a fronte della soluzione legislativa per la questione esodati, costruita negli scorsi mesi in Parlamento, fu proprio il governo ad opporre l'argomento del costo insostenibile, che ci pare venne calcolato più o meno su quei numeri", pubblicati oggi da 'Il Messaggero'. Inoltre, prosegue Lamonica, "quando si è trattato di persone, i numeri sono stati tenuti 'bassi', proprio perché questo governo è stato molto distante dalla tragedia che ha investito i lavoratori e le lavoratrici interessate. Quando invece si è trattato di riparare agli errori 'tecnici' i numeri sono stati fatti lievitare oltremisura. Ora sarà bene che il tema non divenga oggetto di pura demagogia nella campagna elettorale: il nuovo governo dovrà raccogliere questa brutta eredità e trovare una soluzione per tutti, come abbiamo sempre sostenuto", conclude.
I 27 ministri finanziari dell'Ecofin hanno dato il via libera ufficiale alla "cooperazione rafforzata" che consente a 11 Paesi membri di partire con l'introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie senza attendere l'adesione degli altri. Gli 11 paesi interessati sono Germania, Francia, Italia, Spagna, Austria, Belgio, Grecia, Portogallo, Estonia, Slovacchia e Slovenia. Il ministro delle Finanze olandese Jeroen Dijsselbloem, neopresidente dell'Eurogruppo, ha detto che il suo paese in futuro potrebbe unirsi. E altri stati potrebbero seguire. L'opposizione più netta è del Regno Unito, sostenuto soprattutto dal governo liberista svedese. Pietra miliare per le politiche di tassazione comunitaria, la Tobin tax in versione europea, - negli 11 paesi della cooperazione rafforzata, probabilmente, in vigore dall'inizio del 2014 - verrebbe applicata a banche, società di investimento,assicurazioni e fondi speculativi, quando almeno una delle parti della transazione risiede all'interno di uno degli 11 Paesi. Le imprese produttive e i privati sarebbero esentati. Azioni e obbligazioni subirebbero un prelievo dello 0,1%, che verrebbe ridotto allo' 0,01% per i contratti su prodotti derivati.
È stato presentato oggi, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, il secondo rapporto sull'efficienza energetica riferito al 2011. Nel rapporto si mette in evidenza che l'applicazione delle misure previste dal PAEE ( piano d'azione per l'efficienza energetica) hanno consentito nel 2011 un risparmio complessivo di 57.595 GW/h anno, con un incremento del 17% rispetto al 2010. Il rapporto fornisce il quadro complessivo delle politiche e delle misure per l'efficienza energetica negli usi finali dell'energia attuate a livello nazionale e territoriale, analizza l'evoluzione dell'intensità energetica, valuta l'efficacia e i risultati ottenuti dagli strumenti già messi in atto, il grado di raggiungimento degli obbiettivi nazionali di risparmio energetico.L'efficienza energetica si conferma sempre più componente essenziale per la strategia energetica europea e nazionale con l'obbiettivo di realizzare un'economia a basso consumo energetico, più sicura, più competitiva, più sostenibile e con maggiore occupazione, come già indicato "nell'Avviso Comune" sottoscritto a dicembre 2011 da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria relativo all'efficienza energetica per lo sviluppo e la crescita economica.Il rapporto lo trovate sul sito www.efficienzaenergetica.enea.it
Il provvedimento sulla produttività è "inadeguato e sbagliato, nella forma e nella sostanza" e per questo il giudizio della CGIL è "negativo". In una nota la Segretaria nazionale del sindacato di corso d'Italia analizza e commenta il dpcm sulla detassazione del salario di produttività, motivando così la bocciatura: "Nella forma riprende e addirittura peggiora i contenuti dell'accordo separato sulla produttività, nella sostanza perché è sprovvisto di criteri che possano effettivamente incidere su una autentica crescita della produttività". Nel dettaglio nella nota si osserva che il decreto "cancella, in via definitiva, qualsiasi riferimento a voci previste dai contratti nazionali di lavoro (turni, lavoro notturno, lavoro festivo e domenicale). Voci che costituiscono prestazioni che incidono, più di altre, sulla produttività e sulla competitività delle imprese con il risultato di ridurre così le retribuzioni dei lavoratori interessati a queste prestazioni in quanto non più beneficiari della detassazione riconosciuta negli anni passati". In alternativa, spiega ancora la segreteria della CGIL, "vengono introdotti criteri del tutto avulsi da questi contesti di orario, quali la fungibilità delle mansioni (leggi demansionamento), l'impiego delle nuove tecnologie in rapporto alla salvaguardia dei diritti dei lavoratori (leggi controllo a distanza) che possono al contrario deprimere la produttività perché peggiorano le condizioni di lavoro e i diritti delle persone". Il sindacato punta inoltre il dito contro "l'altrettanto grave intervento sull'autonomia della contrattazione, e quindi sull'attuale previsione dei contratti nazionali, laddove il decreto prevede il criterio del non superamento delle due settimane di ferie consecutive e della programmazione non continuativa delle giornate residue per poter usufruire della detassazione. L'unico aspetto "salvaguardato dal decreto" è per la CGIL "la conferma della detassazione sui premi di produttività che costituisce una prassi per larga parte della contrattazione svolta in questi ultimi ultimi anni". Infine, per quanto riguarda gli importi, "se da una parte è stata recepita la richiesta dell'innalzamento a 40 mila euro del reddito di riferimento su cui agisce la detassazione, dall'altra è stato ridotto a 2.500 euro il tetto dei benefici per singolo lavoratore che negli anni passati era previsto fino a 6 mila e poi sceso a causa dei tagli intervenuti". Per queste ragioni, quindi, conclude la nota Cgil, "il nostro giudizio sul decreto è negativo. Si tratta ora di verificare nel rapporto con le controparti se esistono le condizioni concrete entro le quali la contrattazione collettiva può esercitare comunque una funzione positiva per affrontare il rapporto tra salari e produttività, in un quadro di corrette relazioni tra le parti".
La CGIL e la FIOM CGIL esprimono "grande preoccupazione per la situazione che si è venuta a determinare nello stabilimento Ilva di Taranto in queste ultime ore". E' quanto affermano in una nota il Segretario confederale della CGIL, Elena Lattuada, e il Segretario nazionale della FIOM, Rosario Rappa, al termine dell'incontro a Taranto sullo stabilimento siderurgico. Per i due dirigenti sindacali "la difesa dell'occupazione, della produzione e dello stabilimento è la condizione fondamentale per avviare il processo di bonifica e di risanamento del territorio tarantino, tutelando la salute dei cittadini e dei lavoratori". Accanto a ciò, aggiungono Lattuada e Rappa, "ribadiamo l'assoluta necessità degli investimenti da parte dell'impresa, anche con forme di intervento pubblico, che sono la condizione indispensabile per garantire non solo il futuro dell'occupazione, diretta ed indiretta, così come per l'applicazione delle norme legislative a difesa della salute e dell'ambiente, evitando forzature che in queste ore potrebbero determinare una forte tensione sociale".Su queste basi la CGIL e la FIOM hanno "invitato il governo a proseguire e mantenere alto il livello di attenzione sulla situazione, a ricercare tutte le forme di collaborazione istituzionale, compresa la magistratura, per individuare le migliori soluzioni e, infine, a garantire tutta la strumentazione, anche con misure straordinarie, per sostenere reddito e lavoro all'insieme dei lavoratori, a partire da quelli che operano nell'indotto". Infine, concludono Lattuada e Rappa, "salutando con favore l'insediamento del garante e del commissario, "auspichiamo, ed abbiamo già dichiarato la nostra disponibilità, il massimo della collaborazione per l'avvio dei lavori di bonifica del territorio e nel controllo costante dell'applicazione di quanto previsto dall'Aia".
"Il 24 gennaio del 1979, esattamente trentaquattro anni fa, le Brigate Rosse assassinavano Guido Rossa, operaio Italsider e sindacalista della CGIL. Un uomo che non ha esitato a denunciare pubblicamente il terrorismo, e le sue infiltrazioni nelle fabbriche, in un momento straordinariamente difficile per la storia del Paese, quando il fenomeno terrorista era invasivo e pervasivo. Un uomo, un padre, un eroe civile che con il suo sacrificio ha segnato una svolta decisiva nella battaglia contro il terrorismo". A ricordare la ricorrenza in una nota è il segretario generale della CGIL, Susanna Camusso."Trucidato per aver denunciato un brigatista infiltrato in fabbrica - prosegue il leader della CGIL -, la morte di Rossa è stata uno spartiacque nella lotta contro il terrorismo. Il suo atto consapevole bruciò ogni possibile zona grigia, collusiva o compiacente, rendendo esplicita e trasparente la scelta di assumere il terrorismo come il nemico dei lavoratori, della classe operaia e della democrazia. Un atto lucido, chiaro e coerente, che portò ad una conseguenza cruciale e fondamentale nel Paese: individuare nel terrorismo il nemico e che questo andava combattuto senza alcuna ambiguità".Ma il suo, aggiunge Camusso, "fu soprattutto un gesto altamente politico. La vicenda di Guido Rossa ci insegna ancora oggi quanto è importante l'esercizio della responsabilità individuale nello svolgimento del proprio ruolo e delle proprie funzioni, in un Paese, allora come ora, in cui spesso ciò non accade. La scelta di Guido Rossa va compresa da questo punto di vista: era mosso e animato dal rapporto tra il senso della propria vita e l'interazione con un mondo che riteneva ingiusto e che andava cambiato. Combatteva le diseguaglianze, difendeva gli ultimi e più deboli, individuando nell'altro il centro della sua vita: un esempio - conclude - valido soprattutto oggi nei confronti di chi ha, o mira ad avere, responsabilità pubbliche e che spesso non si comporta con lo stesso metro di misura".
Importante appuntamento per la Confederazione che presenterà il 'Piano del Lavoro' alla presenza di tante personalità del mondo sindacale e politico. L'evento si svolgerà al Palalottomatica di Roma » Locandina - Pagina specialeImportante appuntamento per la CGIL il 25 e 26 gennaio con la Conferenza di Programma 'Il Piano del Lavoro - Creare lavoro per dare futuro e sviluppo al Paese' a Roma presso il PalaLottomatica in Piazzale dello Sport 1 (zona Eur) a partire dalle ore 9.30. Una due giorni di lavori che avrà al centro proprio la presentazione di uno straordinario 'Piano del Lavoro' al quale la CGIL sta lavorando da tempo sulla base dell'esperienza storica del documento presentato tra 1949 e il 1950 dal l'allora Segretario Generale della CGIL Giuseppe Di Vittorio al congresso di Genova.In un momento di crisi come questo la CGIL, fa la sua parte, individuando nel 'Lavoro' la medicina per far guarire il paese. Tanti i temi al centro del dibattito che si svilupperà intorno al 'Piano del Lavoro'. Un documento che "nasce dalla ferma convinzione che non si aprirà una nuova stagione di crescita e sviluppo del nostro Paese se non si parte dal lavoro e dalla creazione di lavoro". Un lavoro che ha coinvolto l'intero corpo dell'organizzazione con numerose assemblee nei territori e nelle categorie che hanno contribuito alla costruzione di un piano che ha l'ambizione di essere "un punto di partenza per una nuova stagione".Proprio per questa ragione la Conferenza di Programma della CGIL, che verrà aperta dal segretario generale della CGIL, Susanna Camusso, non solo vedrà la partecipazione di dirigenti e delegati del mondo sindacale e di tutte le categorie che rappresenta, ma anche di importanti personalità del mondo politico e accademico che porteranno il loro prezioso contributo. Venerdì 25 gennaio interverranno: l'ex presidente del Consiglio dei Ministri, Giuliano Amato; l'economista, Antonio Silvano Andriani; il ministro per la Coesione Territoriale, Fabrizio Barca; il segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani; il leader del Centro Democratico, Bruno Tabacci; e il presidente di Sinistra Ecologia Libertà, Nichi Vendola. Nella stessa giornata verrà proiettato il video messaggio del presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz. La giornata di sabato 26 gennaio, che partirà da programma alle ore 9.30, verrà conclusa sempre dal leader della CGIL, Susanna Camusso. Il suo intervento è previsto alle ore 12.30.
DOCUMENTI
- 'Il Piano del Lavoro' CGIL: testo integrale - sintesi - Vademecum -CGIL Plan for jobs - english version
- Relazione introduttiva e conclusiva del Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso
- Traduzione dell'intervento del presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz
- Il Piano del lavoro del 1949-1950
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Con ordinanza del 15 gennaio 2013, il Tribunale di Napoli ha sollevato davanti alla Corte di Giustizia questioni di pregiudizialità ex art. 267 del Trattato sul funzionamento dell'UE concernenti il problema del precariato nel comparto Scuola.Il giudizio principale è stato promosso dalla docente precaria Racca c. il Miur (contumace), con l'intervento adesivo alla tesi della lavoratrice (finalizzata alla stabilizzazione del rapporto di lavoro) della CGIL Nazionale e della FLC-CGIL quali firmatari del CCNC Scuola di cui chiedono l'applicazione in contrasto con la diversa interpretazione della Cassazione nella sentenza n. 10127/2012.Vi mandiamo il testo dell'ordinanza e una prima nota di commento a cura dell'Ufficio giuridico e vertenze.
'Creare Lavoro nell'anno dell'acqua' è il titolo del convegno organizzato dalla CGIL per il 15 febbraio 2013 presso la sede della CGIL nazionale in Corso d'Italia 25 a partire dalle ore 9.30.Il 2013 è l'anno internazionale della cooperazione idrica e la CGIL con questa iniziativa si propone di rilanciare, facendo seguito alla Conferenza di Programma del prossimo 25 e 26 gennaio, la necessità di creare occupazione attraverso interventi di regolazione, messa in sicurezza, cura, manutenzione e gestione dell'acqua e dei bacini idrografici.L'obiettivo è quello di richiamare l'attenzione delle forze che si candidano nel nostro Paese al governo nazionale e regionale sulla necessità di mitigare i rischi ambientali e salvaguardare una delle risorse più vitali per la nostra sopravvivenza e per l'economia. La CGIL rivendica la necessità di superare il ritardo e l'inadeguatezza di politiche in materia di sviluppo sostenibile, invertendo la tendenza all'impoverimento in atto di tanta parte della popolazione italiana e per rimediare al degrado e all'incuria in cui versano troppe risorse naturali, culturali e paesaggistiche del territorio italiano. Fra queste, l'acqua è un bene sempre più prezioso e allo stesso tempo, sempre più scarso.Su questi obiettivi la CGIL vuole continuare un percorso di confronto da cui trarre indicazioni utili per una reale politica di intervento ambientale, e di sviluppo territoriale ed occupazionale.
Nel 1949, anno in cui, in ottobre, al Congresso nazionale di Genova Giuseppe Di Vittorio presenta la proposta di un "piano economico e costruttivo per la rinascita dell'economia nazionale", l'Italia è ancora tutta alle prese con gli effetti disastrosi della Seconda Guerra mondiale. I senza lavoro sono due milioni, concentrati per gran parte al Sud, un milione di lavoratori sono ad orario ridotto e più di un milione di braccianti è occupato solo saltuariamente. Anche le infrastrutture sono ai minimi termini, il tasso di scolarizzazione è tra i più bassi d'Europa, moltissimi italiani sono costretti a emigrare, le diseguaglianze sono fortissime, la fame e la malnutrizione sono realtà tangibili. Ma il 1949 è anche un anno di mobilitazioni e di lotte di massa per il lavoro, per il salario, per il riscatto del Mezzogiorno che vedono la CGIL in prima fila. E a proposito del Mezzogiorno, Di Vittorio a Genova afferma "che l'unica spedizione militare che potrebbe riuscire a eliminare il banditismo e la mafia dovrebbe essere una spedizione di ingegneri e di tecnici". Il Piano del lavoro nasce con un'ispirazione keynesiana e con l'idea di raccogliere e unire tutte le energie produttive per far sì che la fase delle ricostruzione coincida con un nuovo sviluppo del Paese. Non una trasformazione radicale dei rapporti di classe, dunque, ma un deciso intervento pubblico per correggere gli squilibri sociali ed economici. E, per la CGIL, un modo di affermarsi come sindacato di proposta e di lotta anche su questioni di carattere generale. Il Piano, che dopo il Congresso di Genova viene presentato l'anno successivo a Roma, può essere sintetizzato in tre direttrici di intervento: nazionalizzazione dell'energia elettrica con la costruzione di nuove centrali e bacini idroelettrici laddove erano più necessari, soprattutto al Sud; avvio di un vasto programma di bonifica e irrigazione dei terreni per promuovere lo sviluppo dell'agricoltura, specialmente nel Mezzogiorno; un piano edilizio nazionale per la costruzione di case, scuole e ospedali. La realizzazione del Piano prevedeva la creazione di 700 mila posti di lavoro e i finanziamenti sarebbero arrivati da una tassazione progressiva "da richiedere alle classi più abbienti, in modo particolare ai grandi gruppi monopolistici e alle società per azioni"; dal risparmio nazionale e da prestiti esteri che non mettessero in discussione "l'indipendenza economica e politica della nazione". Anche se il Piano non diede nell'immediato i risultati voluti, indicò tuttavia alcune direttrici di politica economica che sarebbero poi state avviate avviate e realizzate dai governi dei decenni successivi (la nazionalizzazione dell'energia elettrica, le bonifiche, il piano edilizio, ecc, per esempio). E produsse, inoltre, una straordinaria mobilitazione civile, "un movimento - come ha sottolineato Bruno Trentin - che liberò immense energie potenziali, che suscitò l'insorgere di nuovi fatti associativi e organizzativi, di nuove forme di partecipazione dal basso".