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FIBERCOP CABLAGGIO INSTALLAZIONE FIBRA SCAVO
Roma, 23 ottobre – “La denuncia di Kkr alla Commissione europea di presunti aiuti di Stato, 4,5 miliardi di euro, concessi a Open Fiber per il progetto di cablaggio nazionale rischia di allontanare sempre di più la realizzazione della rete unica in Italia”. È quanto dichiarano il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo e il segretario generale di Slc Cgil Riccardo Saccone.
“Denuncia che – proseguono i dirigenti sindacali – fa evidentemente il paio con il rifiuto che lo stesso fondo avrebbe espresso nei confronti della firma di un memorandum of understanding, proposto nei giorni scorsi da Cassa depositi e prestiti e Macquarie, entrambi azionisti di Open Fiber, per avviare un tavolo negoziale su un progetto comune concreto. Non ci sorprende”, commentano Gesmundo e Saccone, che ricordano che “come abbiamo sempre sottolineato, gli interessi di un fondo che ha l’obiettivo di generare profitti, non possono che essere lontani anni luce dalle reali necessità del paese, che per la definizione di una infrastruttura abilitante e resiliente necessita di strategie di sistema e investimenti pazienti”.
“Quello che desta invece stupore – aggiungono – è la disinvoltura con cui il governo, mentre dichiara di avere in mente il progetto della rete unica, e l’asso nella manica del Mef sarebbe quello di non abbandonare la via diplomatica nei confronti del fondo americano, continua a mettere in campo interventi schizofrenici riallocando risorse del PNRR. Interventi che vanno anche in favore di tecnologie satellitari, ben sapendo che in alcun modo le prestazioni di queste ultime possono essere comparabili con quelle garantite dalla fibra”.
Per il segretario confederale della Cgil e il segretario generale Slc “evitare la duplicazione degli ingenti investimenti per la copertura Ftth in Italia e ridurre i ritardi nella copertura di Internet ad alta velocità su rete fissa rispetto agli altri Paesi europei dovrebbe essere una priorità in un paese in cui solo il 70% circa delle famiglie italiane ha accesso alla banda larga ultraveloce contro una media europea dell’82%. Ma, come dicevamo, gli interessi in campo sono divergenti. E a pagare il conto – concludono – sono ancora una volta cittadine e cittadini”.






