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Roma, 16 maggio - “Il disegno di legge sull’intelligenza artificiale, dopo l’approvazione al Senato, è in discussione alla Camera, ma la sua inadeguatezza è già evidente. Tra le criticità il depotenziamento, ingiustificabile, di organismi fondamentali, così come indicato dal Regolamento europeo, dell’Osservatorio e dell’Autorità indipendente”. Ad affermarlo, in una nota, Alessio De Luca, responsabile Ufficio Progetto Lavoro 4.0 della Cgil Nazionale e la Presidente di Apiqa, Federica Cochi.
“La maggioranza parlamentare - proseguono i due dirigenti sindacali - ha indebolito quegli organismi, individuati dal Regolamento Europeo AI ACT, necessari al confronto tra i soggetti coinvolti dal processo di trasformazione e per il controllo amministrativo e l’attuazione della regolamentazione”. “Attraverso il disegno di legge con una delega amplissima - spiegano De Luca e Cochi - si trasforma l’Autorità Nazionale per l'intelligenza artificiale in un’Agenzia sotto il controllo della Presidenza del Consiglio e l’Osservatorio sulle adozioni di sistemi di intelligenza artificiale nel mondo del lavoro viene declassato a ‘dipartimento’ del Ministero che gestisce una bacheca elettronica e forse delle audizioni con le parti sociali e imprese”.
“Il testo del ddL, come anche le linee guida sull’intelligenza artificiale, redatte dal Ministero del Lavoro - denunciano De Luca e Cochi - nominano solo accidentalmente sindacati e parti sociali e mai la contrattazione collettiva, anche lì dove prevista dai contratti e dalle leggi. Ciò che è ancora più grave è che si arrivi a svuotare anche i contenuti del Regolamento Europeo, riducendo quel potere di controllo, vigilanza e monitoraggio super partes necessario per tutelare cittadini e cittadine, lavoratori e lavoratrici, garantire uno sviluppo trasparente e un accompagnamento efficace alle trasformazioni del mercato del lavoro”.
Per De Luca e Cochi è: “Una visione miope che si riscontra anche nell’elaborazione dell’elenco delle professioni indicate sul sito del Ministero come interessate dalla trasformazione. Una lista che non tiene conto delle trasformazioni organizzative, dei cambiamenti strutturali del mercato del lavoro, della nascita di decine di nuove e diversificate professioni, anche ad elevata e specialistica competenza, con effetti impattanti sul mondo del lavoro che siamo abituati a conoscere”.
“Continueremo a vigilare e a chiedere la revisione di tale impostazione affinché - concludono De Luca e Cochi - strumenti e norme innovative non vengano ridotti a mere suppellettili dell’azione governativa, ma assumano il ruolo centrale che anche la direzione europea indica”.