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Roma, 15 maggio – “È evidente la volontà di soffocare ogni espressione di dissenso, di sottrarre prerogative al Parlamento, con un decreto palesemente incostituzionale che non renderà più sicuri, perché non c’è nessun investimento su ciò che causa insicurezza, sulle politiche sociali, sulla povertà. In più, il decreto colpisce direttamente le lavoratrici e i lavoratori, perché impedisce di poter manifestare a difesa dei diritti, a partire dal diritto al lavoro”. Così la segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione, che ieri ha partecipato al Senato alla conferenza stampa, organizzata, su iniziativa della Vicepresidente Rossomando, a sostegno del digiuno a staffetta inserito nella campagna di resistenza civile contro il dl sicurezza, promosso da una rete di organizzazioni di cui fanno parte Cgil, Società della Ragione, Forum Droghe, CNCA, ARCI, Antigone, ACLI, Ristretti Orizzonti, A Buon Diritto.
Nel corso dell’appuntamento si sono succeduti molti interventi, che – come spiega una nota della Cgil nazionale – hanno sottolineato “i contenuti punitivi, giustizialisti, antidemocratici del provvedimento, a partire dalla conversione da disegno di legge in decreto legge senza che ricorressero gli indispensabili requisiti di urgenza”. È stato rimarcato “l’aspetto afflittivo per quanto riguarda il carcere, con l’introduzione del reato di resistenza passiva, e la soppressione dell’obbligo al rinvio della pena per le donne incinte e madri di bambin* fino ad un anno, già previsto fin dal codice Rocco. È stato poi sottolineato come si criminalizzi il dissenso anche in forma pacifica, andando a colpire tutti quei movimenti che manifestano per il clima, per l’ambiente, per il diritto alla casa, allo studio, persino il settore della canapa industriale, per scopi assolutamente propagandistici. Misure a scapito delle libertà civili e democratiche”.
La segretaria confederale della Cgil ha ribadito che “siamo di fronte ad una chiara deriva autoritaria, nella quale si inserisce l’invito del Presidente del Senato a non andare a votare per i referendum: si vuol silenziare il diritto al voto, come si sta silenziando la campagna referendaria, per questo votare l’8 e 9 giugno è un modo di difendere i diritti, rivendicare il diritto alla parola e a spazi concreti di democrazia. Il voto – aggiunge – è anche un ‘no’ alle politiche di questo governo, un modo per affermare diritti e dare voce alle persone, quando invece la si vuol loro togliere. Saremo in piazza – annuncia in conclusione Ghiglione – nei prossimi appuntamenti di mobilitazione previsti per il 26 e per il 31 maggio. La democrazia si difende praticandola, ed è questo quello che faremo anche l’8 e 9 giugno andando a votare”.