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Roma, 29 luglio - “Con un emendamento al decreto-legge 30 giugno 2025, n. 95, cosiddetto economia, in fase di conversione al Senato (AS 1565), si profila un ulteriore intervento legislativo peggiorativo sulla somministrazione lavoro dopo i tanti già effettuati nel corso degli ultimi anni”. È quanto dichiarano la segretaria confederale della Cgil, Maria Grazia Gabrielli, e il segretario generale NIdiL Cgil, Andrea Borghesi.
“Il Parlamento e il Governo - sottolineano i due dirigenti sindacali - modificano ulteriormente quanto realizzato con il Collegato Lavoro, anche in relazione ai chiarimenti interpretativi intervenuti, in merito alla durata massima dei rapporti presso lo stesso utilizzatore di lavoratori assunti a tempo indeterminato dalle agenzie, ma inviati in missione a termine”.
“L’emendamento - spiegano Gabrielli e Borghesi - prevede un allungamento dei periodi, con un ulteriore periodo di 36 o 48 mesi rispetto alla durata dei rapporti di lavoro a termine, in cui un lavoratore può essere utilizzato da un singolo utilizzatore senza causali e al di fuori delle percentuali previste per legge”.
“Per l’ennesima volta si interviene sulle regole della somministrazione di lavoro senza prevedere diritti e tutele che - proseguono Gabrielli e Borghesi - prevedano la stabilizzazione, senza norme che contrastino il turn over, senza un legame con le esigenze temporanee delle imprese, senza la possibilità per la contrattazione collettiva di governare la flessibilità lasciando le persone per anni in condizioni di ricattabilità e precarietà”.
Secondo la segretaria confederale della Cgil e il segretario generale NIdiL: “Servono norme che leghino i rapporti temporanei, anche in somministrazione, alle esigenze delle imprese e, qualora queste esigenze permangano, si preveda l’obbligo di assunzione a tempo indeterminato con l’utilizzatore per dare diritti e certezze alle lavoratrici e lavoratori. Invece, si continua a complicare un ginepraio di norme con esenzioni, eccezioni, deroghe a tutto danno della certezza del diritto e delle condizioni delle persone che lavorano”.
“Si conferma, inoltre - aggiungono Gabrielli e Borghesi - la modalità d’intervento vista in questi anni: singoli e specifici interventi normativi, di grande rilevanza per gli effetti che si generano sulla condizione di lavoro delle persone, spesso agiti attraverso emendamenti a provvedimenti legislativi con un carattere estraneo e non coerente con le finalità delle norme proposte”.
“Il muro che viene sollevato di fronte alle proposte emendative, utili a risolvere questioni aperte e urgenti, che vengono avanzate nelle fasi di approvazione di leggi e decreti non vale quando gli emendamenti sono d’iniziativa dei relatori o del Governo: anche questo da evidenza del totale disinteresse alle sollecitazioni e alle proposte. Di fronte a tali contenuti e alle conseguenze dannose che possono generare, l’unico atto serio che il Governo deve assumere è quello di ritirare l’emendamento”, concludono Gabrielli e Borghesi.
COMUNICATO STAMPA CGIL NAZIONALE - NIDIL CGIL