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Roma, 22 maggio – “In un periodo storico caratterizzato da un attacco forsennato alle bambine e ai bambini figli di genitori dello stesso sesso, la sentenza della Corte Costituzionale rappresenta una svolta epocale, con effetti di fondamentale importanza sulle bambine e i bambini e sui loro genitori”. Così le segretarie confederali della Cgil Daniela Barbaresi e Lara Ghiglione commentano la sentenza della Consulta che sancisce l’illegittimità del divieto che fino ad oggi impediva la formazione dell’atto di nascita con il riferimento alla madre intenzionale oltre a quella biologica per bambine e bambini nati in Italia a seguito di PMA effettuata all’estero, stante l’impossibilità di accesso in Italia per uno dei residui divieti della legge 40.
“Più volte la Corte aveva sollecitato una soluzione legislativa che salvaguardasse il primario interesse del minore, a prescindere dalla modalità con la quale è stato concepito”, ricordano le dirigenti sindacali. “Oggi fa un passo in più cancellando il divieto di trascrizione alla nascita, risparmiando così un percorso fatto di costi ingenti e di umiliazione quale quella di dover adottare il proprio figlio e la propria figlia”.
“La Cgil, che da sempre sostiene questa posizione e la pratica attraverso la contrattazione – concludono Barbaresi e Ghiglione – saluta con grande favore un risultato ottenuto grazie all’importante impegno del movimento LGBTQIA+ e di Rete Lenford”.