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Roma, 20 novembre - "Domani la Cgil nazionale sarà a Firenze, in piazza degli Antinori, alla manifestazione indetta unitariamente da Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm, al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori del settore tessile, per dire no allo scudo penale che tutela lo sfruttamento nella filiera della moda". Così dichiara, in una nota, Alessandro Genovesi, responsabile del contrasto al lavoro nero della Cgil nazionale.
"Al Parlamento e al Governo chiediamo di tornare indietro rispetto all’introduzione di un vero e proprio scudo per le imprese committenti della moda in caso di lavoro nero negli appalti e nelle forniture. Una proposta di legge che - spiega Genovesi - se dovesse passare così come è, permetterebbe ai grandi nomi della moda di non rispondere più delle omissioni di controllo in caso di lavoro nero e sfruttamento lungo la loro filiera degli appalti. Un fenomeno sempre più diffuso, come dimostrano le varie inchieste in corso, che oltre a colpire migliaia di lavoratori alimenta una concorrenza sleale nei confronti dei tanti bravi artigiani italiani che invece rispettano leggi e contratti collettivi di lavoro".
"Unitariamente le categorie del settore tessile hanno avanzato proposte chiare, anche preventive, per contrastare lo sfruttamento nella filiera della moda: indici di coerenza specifici, rafforzamento della responsabilità dei committenti e certificazioni pubbliche. Strumenti pensati per tutelare qualità, legalità e leale concorrenza nel sistema moda italiano, di cui siamo tutti orgogliosi. Ma queste proposte - continua il sindacalista - non hanno nulla a che vedere con quanto il Governo sta portando avanti in Parlamento, dove si introduce una certificazione privata e a pagamento, basata su indicatori inadeguati e con l’effetto di scudare le imprese committenti dalla responsabilità di controllare e intervenire contro lavoro nero e sfruttamento. Un tentativo che di fatto svuota la legge 231/01 sulla responsabilità di impresa, che assegna alle aziende committenti l’obbligo di dotarsi di modelli organizzativi capaci di prevenire reati come sfruttamento, caporalato, evasione fiscale e reati ambientali".
"E casualmente - conclude Genovesi - il Governo e la maggioranza di centrodestra avanzano queste proposte, dopo che in varie regioni l’Ispettorato del lavoro e le procure stanno contestando a grandi marchi di non aver controllato le imprese subappaltatrici, pagando pochi euro per prodotti di lusso rivenduti a centinaia, con profitti stellari. Per questo chiediamo il ritiro immediato della proposta contenuta nella legge per le PMI e l’apertura di un vero tavolo di confronto per combattere lo sfruttamento, aumentando la responsabilità dei committenti e i controlli sul territorio".








