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Roma 17 luglio – Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha incontrato nella sede della Confederazione (corso d’Italia, 25), i familiari di Satnam Singh, il bracciante indiano ucciso mentre lavorava nei campi dell'agro pontino.
Un incontro, organizzato ad un anno dalla tragica morte, per ribadire l’impegno della Cgil contro il caporalato e lo sfruttamento, affinché quanto successo a Satnam Singh non accada mai più.
"Noi abbiamo in questi mesi lavorato insieme ai familiari di Satnam Sigh sia per far vedere direttamente a loro che l'Italia è fatta anche di persone perbene che vogliono difendere la dignità e la vita di tutti e anche, naturalmente, per rispondere alle loro richieste, quella di avere giustizia e che non ci sia più nessun altro che debba morire sul lavoro". Ha detto Maurizio Landini concludendo l'incontro coi familiari del bracciante morto un anno fa in provincia di Latina.
"Questo della giustizia è quello di non far più morire nessuno sul lavoro e quindi di fermare quello sfruttamento, quel caporalato, quel modello di fare impresa che uccide è l'obiettivo della nostra battaglia, della nostra iniziativa, che abbiamo voluto mettere in campo da subito".
"Abbiamo un governo che in molti casi non ci ascolta, ritarda o non fa i provvedimenti che deve fare, ma tutto questo non ci scoraggia, perché pensiamo non solo di essere dalla parte giusta - ha aggiunto il segretario generale della Cgil -, ma perché pensiamo che sia assolutamente importante che cresca anche nel Paese quella cultura e quel consenso che rimetta al centro le persone".
"La presenza dei familiari di Satnam al processo è stato un fatto molto importante, per dare l'idea che quello deve essere un processo che nel rispetto delle leggi deve però fare giustizia. Dalle testimonianze emergono cose molto precise, che Satnam non era pagato neanche 5 euro all'ora, che a molti altri che lavoravano con lui l'imprenditore chiedeva di non parlare, di far finta di non vedere se volevano continuare a lavorare, è evidente che questo indica che purtroppo c'è una cultura del fare impresa che va contrastata e che va messa in discussione".
"Se continuano ad esserci persone che muoiono sul lavoro e che sono sfruttate, siamo di fronte a un sistema che va smantellato. E in questo bisogna anche superare quelle ipocrisie politiche, pubbliche, che sembra che facciano finta che queste cose non esistono. La scelta della Cgil di essere vicino alla famiglia, di ospitarli, di trovare il modo per cui possa seguire il processo, non è solo un gesto di solidarietà, ma da un certo punto di vista vuole rendere evidente che non servono solo le parole, servono i fatti e serve la coerenza".
"A nome non solo mio personale, ma di tutta la Cgil esprimiamo - ha concluso Landini -, il massimo di vicinanza, di solidarietà, di condoglianze rispetto al dolore che hanno dovuto vivere e che stanno vivendo, ma credo che sia importante anche per loro percepire come Satnam vive ancora e come noi vogliamo far vivere la dignità di Satnam proprio per affermare che quello che è successo a lui non deve succedere più a nessuno".
Oltre a Maurizio Landini, sono intervenuti Giovanni Mininni, segretario generale della Flai Cgil, e i genitori di Satnam Singh, Gurmukh Singh e Jasveer Kaur.