Roma, 2 ottobre - “La firma del nuovo protocollo Hera sugli appalti è una notizia positiva che va oltre la stessa azienda e relativo indotto, per la qualità dei contenuti e delle tutele introdotte e per il ruolo che riconosce alle lavoratrici e ai lavoratori e alle organizzazioni sindacali. Come il protocollo sugli appalti per il Giubileo è diventato il punto di riferimento per decine di accordi con i comuni italiani, così il Protocollo di Hera deve diventare la buona pratica da rivendicare in tutte le aziende a partecipazione pubblica”. É quanto dichiara Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, commentando il protocollo presentato oggi dal gruppo Hera, una delle più grandi multiutility del Paese e leader nei servizi ambientali, idrici ed energetici, sottoscritto dalle categorie Filctem Cgil e Fp Cgil insieme a Cisl e Uil e al Coordinamento nazionale delle Rsu del gruppo. Un protocollo che riguarda decine di imprese e migliaia di lavoratori e lavoratrici.

“Il protocollo - continua Landini - conferma la qualità delle relazioni industriali in Hera, dove utilizzando tutte le possibilità offerte dal Codice degli Appalti, si introducono tutele e procedure volte a garantire la certezza della corretta applicazione dei Ccnl per le diverse attività oggetto di appalto evitando sovrapposizioni e dumping, si valorizzano gli elementi qualitativi e non del mero ribasso sui costi, si introducono le procedure più corrette per evitare risparmi sulla sicurezza e sui costi della manodopera andando a verificare, nel concreto, la migliore efficienza aziendale degli appaltatori”.

“Inoltre - prosegue il leader della Cgil - introduce e generalizza il divieto di subappalto a cascata, rafforza le clausole sociali nei campi di appalto a tutela dei livelli occupazionali, ma anche delle condizioni economiche e normative. Introduce momenti di contrattazione preventiva ma anche momenti, in fase di esecuzione degli appalti, in cui verificare il rispetto delle tutele e, se del caso, intervenire prontamente, salvaguardando i lavoratori e penalizzando, fino alla risoluzione dei contratti, eventuali imprese scorrette. Questa è quella che noi chiamiamo una vera partecipazione dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali: con confronti iniziali per contribuire alle scelte dell’azienda e con sedi di verifica e controllo dove riportare anche le segnalazioni e le richieste dei lavoratori in appalto”.

“Anche sul versante della formazione, della salute e sicurezza, del coordinamento tra lavoratori di imprese diverse, sono importanti le procedure introdotte, che potranno essere ulteriormente implementate grazie al ruolo dei Rappresentanti della Sicurezza”.

“Del resto - conclude Landini - riteniamo che il buon lavoro debba essere prima di tutto alimentato dalle grandi aziende, a partire da quelle a partecipazione pubblica, dimostrando concretamente che un altro modello imprenditoriale e sociale non solo è possibile, ma è anche più efficiente e alla fine più produttivo. Ora dobbiamo far conoscere i contenuti dell’intesa e farli vivere tra le lavoratrici e lavoratori delle aziende in appalto e quindi dobbiamo, da domani, praticare quanto previsto dall’accordo”.