Roma, 8 giugno - “Esprimiamo grande soddisfazione per la decisione presa ieri dalla Corte d’assise di Novara che ha condannato l’imprenditore svizzero, l’ultimo proprietario dell’Eternit, a dodici anni di reclusione per omicidio colposo aggravato, nell’ambito del processo Eternit bis. Quanto è avvenuto è un atto di giustizia nei confronti della strage di lavoratrici, lavoratori, cittadine e cittadini per il disastro ambientale attuato in nome del profitto”. Lo affermano i segretari confederali di Cgil, Cisl, Uil, Francesca Re David, Giorgio Graziani e Tiziana Bocchi.

Sono state ben 392 le persone decedute a causa dell’asbesto lavorato nello stabilimento locale della multinazionale elvetica. Per l’imprenditore è stata prevista anche l’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici e fissata una provvisionale di circa 100 milioni di euro per le parti civili; ulteriori provvisionali sono state disposte anche per i parenti delle vittime. Va ricordato, poi, che nelle circa sessanta posizioni processuali ancora aperte – e non prescritte, dopo la derubricazione del reato da omicidio volontario a colposo aggravato – sono ricompresi non solo gli occupati, ma anche semplici cittadini, nonché lo Stato che, costituitosi parte civile, deve confermarsi al fianco delle vittime e dei loro familiari anche nel proseguo del processo.

“L’amianto continua ancora ad uccidere a distanza di oltre trent’anni, pertanto - proseguono i tre dirigenti sindacali - dobbiamo continuare a salvaguardare tutti gli occupati e gli ex esposti. E’ inaccettabile registrare in Italia, ogni anno, oltre 4mila decessi a causa di patologie asbesto correlate”. “La giustizia e il suo funzionamento hanno un ruolo determinante anche nel processo di prevenzione di queste malattie, e purtroppo, nel nostro Paese - sottolineano Re David, Graziani, Bocchi - si continua sempre più spesso a ritenere la fatalità e non la responsabilità l’unica causa di tali tragedie”.

Per i tre segretari confederali: “Servono risorse economiche e strumenti normativi in grado di contrastare e debellare i danni alla salute e all’ambiente dovuti alla perdurante presenza dell’amianto nei luoghi di lavoro e di vita dei cittadini. Noi, come organizzazioni sindacali, intendiamo perseverare con il nostro impegno quotidiano su questo versante, e - concludono Re David, Graziani, Bocchi - continueremo a chiedere al Governo un’azione congiunta per individuare interventi specifici che rendano efficace la lotta all’asbesto”.