Roma, 22 febbraio - “In Tunisia è in atto un attacco senza precedenti alle libertà e ai diritti sindacali”. Lo afferma, in una nota, la Cgil nazionale che aggiunge: “La situazione generale del Paese, caratterizzata da decisioni che rimettono in discussione gli avanzamenti democratici e le libertà individuali e collettive - conquistate attraverso la cosiddetta ‘rivoluzione dei gelsomini’ - e da una crisi economica che attanaglia le fasce più povere della cittadinanza, è in netto e costante peggioramento”.

“Nei giorni scorsi - sottolinea la Confederazione - numerosi sindacalisti sono stati arrestati o posti sotto sorveglianza dalle forze dell’ordine soltanto perché stavano esercitando i propri fondamentali diritti di azione sindacale, tra i quali la promozione e la partecipazione a iniziative e scioperi del tutto legali. Attacchi culminati con l’arresto del funzionario sindacale dell'Ugtt Anis Al-Kaabi e con l’espulsione dalla Tunisia della segretaria generale della Confederazione europea dei sindacati Esther Lynch, presente a Tunisi per manifestare la solidarietà del movimento sindacale europeo al segretario generale dell'Ugtt, Noureddine Taboubi”.

Secondo la Cgil “è in atto una vera e propria campagna del Presidente tunisino Saied per spezzare la resistenza dei sindacati alle politiche in atto, che scaricano sulle spalle di lavoratrici e lavoratori la crisi economica, sociale e costituzionale del Paese”. “Condanniamo con forza - prosegue il sindacato di corso d’Italia - ogni attacco alle libertà sindacali e ai sindacati indipendenti, in Tunisia e ovunque esse avvengano. Reprimere i sindacati liberi ed indipendenti significa mettere in discussione la democrazia stessa, per questo siamo preoccupati per il percorso che sembrano aver intrapreso le più alte istituzioni tunisine. Esprimiamo solidarietà a tutte le sindacaliste e sindacalisti oggetto di queste azioni illiberali e repressive, siamo al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori, del sindacato Ugtt, di Esther Lynch e di tutto il movimento sindacale europeo”, conclude la Cgil.