Il Consiglio "Economia e finanza" (ECOFIN) dell’Unione europea, nella riunione del 20 giugno scorso, ha dato il definitivo via libera alla Decisione di esecuzione del Consiglio dell’Unione Europea 9587/25 del 17 giugno 2025 e relativo allegato, con la quale vengono approvate le ulteriori modifiche, richieste dall’Italia, del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Come è noto, il PNRR, approvato con decisione di esecuzione del 13 luglio 2021, è stato più volte modificato con decisioni del 19 settembre 2023, dell’8 dicembre 2023, del 7 maggio 2024 e del 12 novembre 2024.

Il 21 marzo 2025, l'Italia ha presentato alla Commissione, ai sensi dell'articolo 21, paragrafo 1, del regolamento (UE) 2021/241, una richiesta motivata di modifica della decisione di esecuzione del Consiglio del 13 luglio 2021, in quanto ritiene che parte del PNRR non potesse più essere realizzata a causa di circostanze oggettive.

Il 19 maggio, il governo italiano aveva reso noto il documento con le richieste di modifica. Il 27 maggio, il Consiglio dell’Unione europea aveva avanzato la sua proposta di decisione. La stesura definitiva della decisione di esecuzione è stata pubblicata il 17 giugno, mentre il 20 giugno vi è stata l’adozione definitiva da parte del Consiglio “ECOFIN”.

Ricordiamo che la Commissione europea, il 4 giugno 2025, ha pubblicato:
- una comunicazione al Parlamento Europeo e al Consiglio nella quale fa il punto sull'attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza (definito “strumento temporaneo unico”) e fornisce specifiche indicazioni per la presentazione delle ultime richieste di pagamento nel 2026;
- le raccomandazioni sulle politiche economiche, sociali, occupazionali, strutturali e di bilancio dell'Italia. In particolare, si raccomanda di prendere provvedimenti nel 2025 e nel 2026 al fine di accelerare l'attuazione del Piano per la Ripresa e la Resilienza, compreso il capitolo dedicato al piano REPowerEU.
Restano confermate le criticità più volte espresse in precedenza dalla CGIL in documenti e audizioni:
• il PNRR è di fatto stato “sequestrato” dal Governo che non convoca più le parti sociali nella cabina di regia nazionale dal 6 dicembre 2023 e, pertanto, mai da allora vi sono state occasioni di analisi delle criticità nell’attuazione degli investimenti e delle riforme;
• tutte le modifiche del Piano non hanno visto alcuna forma né di condivisione e neanche di semplice informativa alle parti sociali e alla società civile;
- a livello locale si sono formalmente costituite le cabine di coordinamento territoriali che, nella maggior parte dei casi, sono strutture che di fatto esistono solo sulla carta e, laddove funzionanti, hanno visto una partecipazione episodica delle parti sociali.
A tutto ciò si aggiunga la rapsodicità e l’opacità dei dati sull’attuazione del Piano:
- la piattaforma ReGis non è accessibile;
- la pubblicazione dei dati sul sito di “Italiadomani” avviene con una periodicità senza alcuna programmazione, e filtrati in base a criteri non sempre chiari;
- i dati presentano gravi incoerenze che rendono difficile decifrare la reale attuazione di importanti investimenti.

Per la CGIL l’effettiva partecipazione delle parti sociali sia a livello locale che nazionale e l’accesso libero ai dati di attuazione dovrebbero essere due elementi di valutazione sostanziale della performance del PNRR.

Di seguito, nella nota allegata, sintetizziamo i contenuti più significativi delle modifiche introdotte.