La CGIL è impegnata per:

  • Favorire percorsi con le scuole (anche in rete con le istituzioni e altre associazioni) per introdurre il tema della parità e del contrasto alle violenze di genere, a partire dal valoredella cultura del rispetto, con appositi momenti di formazione/discussione nei percorsi curriculari degli studenti e degli insegnanti;
  • Promuovere accordi territoriali e protocolli e tavoli permanenti a livello territoriale e nazionale finalizzati alle iniziative di contrasto e monitoraggio;
  • Agire la Contrattazione nazionale, aziendale e territoriale per realizzare azioni e ottenere norme e strumenti per il contrasto della violenza e molestie, anche attraverso la formazione, a partire dall’inserimento in tutte le Piattaforme di rinnovo dei Contratti Nazionali e negli Accordi Integrativi Aziendali (dove non già presenti) del recepimento della Convenzione OIL n. 190, l’aumento dei Congedi previsti dal D.L. 80/2015, con la predisposizione di Linee Guida;
  • Laddove esistono le condizioni, creare luoghi dedicati nelle sedi sindacali ai quali le donne possano rivolgersi.
  • E’ stato istituito un gruppo di lavoro su salute e sicurezza di genere, in collaborazione con l’area della contrattazione, con il compito di creare una “cassetta degli attrezzi” per Rls/Rlst e Rsu/Rsa e di predisporre una piattaforma rivendicativa, con un focus in particolare su molestie e violenze nei luoghi di lavoro;
  • Come da impegni congressuali, il tema delle molestie e violenze entrerà nel Piano formativo nazionale, come formazione obbligatoria a tutti i livelli.

A) Per prevenire e contrastare molestie e violenze nel contesto lavorativo:

  • Promuovere formazione specifica destinata a RSU/RSA e RLS/ RLST/ RLSSA e percorsi di formazione aziendali obbligatori su molestie e “ambiente” lavorativo anche per prevenire e contrastare la criminalizzazione delle donne che denunciano violenze e molestie; è necessaria una formazione specifica anche sul tema del caporalato e della tratta;
  • Promuovere l’inserimento, nei CCNL e negli accordi aziendali specifici, di procedure di gestione e regolamenti che garantiscano l’anonimato e la tutela della dignità lavorativa della donna anche con la collaborazione dei Centri Antiviolenza;
  • Prevedere provvedimenti disciplinari in caso di molestie verbali e linguaggio sessista e/o omolesbobitransfobico;
  • Creazione in ogni contesto lavorativo di uno spazio dedicato alla presa in carico dei casi di molestie (stalking, mobbing..) e individuazione di una specifica figura all'interno della RSU/RLS, con relativa agibilità sindacale, che faccia da punto di riferimento, anche contrattuale, nel contrasto a discriminazioni e molestie e nella prevenzione delle violenze.
  • Definire percorsi per l’emersione e il contrasto dei fenomeni di svilimento del ruolo, bullismo offensivo, aggressione verbale esercitato su lavoratrici che svolgono la propria attività a contatto con utenza/pubblico, anche attraverso percorsi formativi.

B) Per prevenire e contrastare la violenza domestica:

  • Nel ribadire che l’autonomia necessaria alle donne per uscire dalla violenza è determinata dal lavoro stabile, di qualità e sicuro, anche in chiave pensionistica, riteniamo comunque che il reddito di libertà sia una misura efficace per far fronte alle situazioni emergenziali e che quindi sia da rendere strutturale e non una tantum;
  • Estensione del congedo retribuito per le donne vittime di violenza (oltre i tre mesi attuali previsti), diritto alla flessibilità oraria, al part time reversibile, al trasferimento presso altra sede aziendale, all’esclusione dai turni disagiati, da perseguire anche con la contrattazionea tutti i livelli;
  • Per garantire la protezione delle donne in uscita dalla violenza, è necessario finanziare adeguatamente i centri antiviolenza, aumentare la disponibilità di posti in casa rifugio e rendere il meccanismo dei trasferimenti più veloce


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