Vasco Bendini (Bologna, 1922 – Roma, 2015))

Nel capoluogo emiliano, dopo aver abbandonato gli studi in Architettura all’Università di Firenze, segue i corsi dell’Accademia di Belle Arti sotto la guida di Virgilio Guidi e Giorgio Morandi. A due anni dalla partecipazione al «Premio Abano» (1947) tiene la sua prima personale alla Galleria Bergamini di Milano. Nel 1953 espone alla Galleria La Torre di Firenze.

Sulla scorta delle sue ricerche informali, nel 1956 viene invitato per la prima volta alla Biennale d’Arte di Venezia (vi parteciperà anche nel 1964 e nel 1972, con una sala personale). Nel 1959 prende parte alla Quadriennale di Roma (tornerà a esporvi anche nelle edizioni del 1965, ’73, ’86 e ’92). Nella città natale partecipa alle iniziative del Sindacato Artisti Cgil e, nel 1963, è presente alla rassegna L’Informale in Italia fino al 1957 allestita a Livorno. Si intensifica in questi anni la sua attività espositiva con mostre personali a Roma (Galleria L’Attico, l966; sede dell’Inarc, 1968) e Bologna (Studio Bentivoglio, 1967).

Dalla metà degli anni Sessanta inizia la sperimentazione di nuovi linguaggi espressivi riconducibili alla sfera dell’Arte Povera. Negli anni Settanta riprende il dialogo con la pittura. Nelle opere degli ultimi due decenni, l’artista ripercorre tutta la sua vicenda esistenziale e professionale, rivisitando sia le intuizioni degli anni Cinquanta, sia la complessità oggettuale e comportamentale dei Sessanta. Nel 1999 si è trasferito a Parma.
(Andrea Romoli)


Testa, 1953, olio su carta, 71,2×52,5 cm
(Foto: Alessandra Pedonesi e Aldo Cimaglia)


Senza titolo, 1955, olio su carta, 50,3×69 cm


Iraq, 9 aprile 2003, 2003, tempera acrilica su tela, 200×180 cm