Guido Strazza (Santa Fiora, Grosseto, 1922)

Dopo aver trascorso l’infanzia a Genova, nel 1936 si trasferisce a Milano. L’anno successivo soggiorna a Roma con la famiglia, seguendo la carriera giornalistica del padre. Nel 1941 è espulso dall’Accademia Navale di Livorno. Si iscrive alla Facoltà di Ingegneria a Roma, dove entra in contatto con Filippo Tommaso Martinetti. Nel 1942 partecipa alla Mostra degli Aeropittori Futuristi di guerra, realizzata a Palazzo Braschi, ed espone alla XXIII Biennale di Venezia. Nel 1943 si arruola volontario a Fano. Dopo un breve soggiorno a Gorizia, rientra a Roma nel 1944 e due anni dopo si laurea in Ingegneria Civile. Abbandonata la professione, nel 1948 si dedica completamente alla pittura. Parte per il Sud America lo stesso anno e si sofferma a Lima, dove realizza la prima personale presso la Galería Lima. Nel 1953, a Rio de Janeiro, si avvicina all’acquaforte frequentando l’atelier di Faiga Ostrower.

Lo stesso anno presenta le sue incisioni in una personale presso il Museu de Arte Moderna di San Paolo e partecipa alla II Biennale. Nel 1954 decide di rientrare definitivamente in Italia, stabilendosi a Venezia. Qui entra in contatto con gli artisti vicini alla Galleria del Cavallino, tra cui Tancredi, Vedova e Bacci. Nel frattempo Peggy Guggenheim gli acquista i primi quadri. Nel 1955 esegue la decorazione dell’atrio del Palazzo dei Fiori e del Palazzo Le Ginestre di Sanremo e inizia a collaborare alla rivista «Arti Visive» su invito di Ettore Colla ed Emilio Villa. Nel 1956 una sua opera entra a far parte delle collezioni della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Nel 1957 su trasferisce a Milano. Nel 1961 realizza una personale allo Stedelijk Museum di Amsterdam. Nel 1964 espone alla Biennale di Venezia, torna a vivere a Roma e comincia a frequentare la Calcografia Nazionale, dove approfondisce la sua ricerca sul linguaggio calcografico. Partecipa alla Quadriennale di Roma nel 1966 e poi ancora nel 1973. Nel 1968 la Biennale di Venezia gli dedica una sala personale; vi tornerà anche nel 1972.

Tra il 1971 e il 1975 insegna all’Accademia di Belle Arti de L’Aquila. Negli anni Settanta approfondisce la ricerca sul segno anche attraverso una serie di studi e scritti teorici. Nel 1984 è invitato a esporre nuovamente alla Biennale di Venezia. Negli anni Ottanta intensifica l’attività didattica e teorica, con una serie di interventi sull’insegnamento dell’arte nella società contemporanea e sul rapporto tra artista e società. Nel 1985 è nominato direttore dell’Accademia di Belle Arti di Roma e nella capitale prosegue il suo percorso artistico: l’anno successivo partecipa alla XI Quadriennale e nel 1988 è vincitore del «Premio Antonio Feltrinelli», assegnato dall’Accademia Nazionale dei Lincei; nel 1991 la Calcografia Nazionale gli dedica un’ampia retrospettiva sulla produzione incisoria a partire dal 1953; nel 1997 è nominato Accademico di San Luca e nel 1999 è nuovamente invitato a partecipare alla Quadriennale.

(Chiara Caporilli)


Orizzonte, 2005, tempera su tela, 135×85 cm
(Foto: Sergio Pucci)

Roma MCCMLXI MMXI, 2011, tempera e collage su carta fissata su legno, 80×60 cm