Report dell’incontro tra Ministero della Salute e CGIL, CISL, UIL sulla Riforma dell’assistenza territoriale (PNRR Missione 6 Componente 1 (M6C1) 

Si è svolto a Roma presso l’auditorium del Ministero della Salute (Lungotevere Ripa) il giorno 21 ottobre 2021 alle ore 15 l’incontro tecnico tra CGIL ¹ , CISL, UIL e il capo della segreteria tecnica del Ministero (Stefano Lorusso), il Capo Segreteria Particolare del Ministro (Massimo Paolucci) e il Direttore Generale AGENAS (Domenico Mantoan) L’argomento dell’incontro è stato l’esame della proposta di Riforma dell’assistenza territoriale - prevista dal PNRR Missione 6 Componente 1 (M6C1).
I rappresentanti del Ministero hanno consegnato e illustrato il documento “Modelli e standard per lo sviluppo dell’Assistenza Territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale”, elaborato dal gruppo di lavoro Stato Regioni coordinato da Agenas, che è stata delegata dal Ministero della Salute all’attuazione della M6C1 del PNRR (documento che alleghiamo e che è in fase di ulteriore elaborazione). Il documento è finalizzato all’approvazione, dopo Intesa Stato Regioni, del Decreto Ministeriale previsto nel PNRR che prevede la riforma dell'organizzazione dell'assistenza sanitaria territoriale, con entrata in vigore entro il 30 giugno 2022 (vedi link: DM MEF 6.8.2021).

Come CGIL abbiamo espresso le seguenti considerazioni:

  • apprezzato la ripresa, seppur tardiva, del confronto di questo Tavolo sulla Riforma dell’assistenza territoriale e sollecitato la convocazione degli altri due Tavoli sull’attuazione del PNRR: “Integrazione - non autosufficienza” e “Personale”, che il Ministro Speranza si era impegnato a convocare al termine dell’ultimo incontro del 4 agosto scorso;
  • chiesto chiarimenti in ordine ai tempi di presentazione del Decreto Ministeriale, anche per calendarizzare un confronto sindacale preventivo. Sui tempi del DM i rappresentati del Ministero hanno dichiarato che entro fine novembre vorrebbero presentare il testo per l’Intesa Stato Regioni (precondizione del DM). Quindi il prossimo confronto con CGIL, CISL, UIL è stato proposto per il 5 novembre. Nel frattempo ci saranno inviate eventuali ulteriori elaborazioni del testo consegnato oggi;
  •  ribadito che occorre assicurare un aumento dei finanziamenti ordinari, per sanità e sociale, ben oltre gli investimenti del PNRR (che terminano nel 2026). In questo senso è apprezzabile, ma solo come primo passo, l’intenzione del Governo di aumentare il FSN nel triennio 2022-2024 di 2 miliardi ciascun anno;
  • confermato che il baricentro della riforma per l’assistenza territoriale resta il Distretto socio sanitario, struttura pubblica forte (programmatore, produttore e valutatore delle attività) quale articolazione dell’Azienda Sanitaria Locale, il cui riferimento normativo resta il D.Lgs 502/02 come modificato dal D.Lgs 229/99 (Decreto Bindi);
  • raccomandato che il DM sulla riorganizzazione dell’assistenza territoriale contenga requisiti e standard vincolanti e omogenei per le regioni, sia per assicurare l’uniformità dei LEA in tutto il Paese (contrastando l’attuale frammentazione del SSN e evitando le fughe autonomiste di alcune regioni: es. Lombardia), che per organizzare percorsi di convergenza per le regioni (e i territori) in difficoltà;
  •  sollecitato un lavoro comune, realmente innovativo e incisivo, tra i Ministeri della Salute e LPS per una effettiva integrazione tra ambito sociale e sanitario, peraltro prevista anche nel PNRR (M6C1 e M5C2) in particolare per le riforme e gli investimenti per la non autosufficienza. Ad esempio, i tre gruppi di lavoro ministeriali su: Riforma dell’assistenza territoriale, anziani, integrazione e non autosufficienza devono collaborare tra loro;
  •  rivendicato la natura pubblica per tutte le strutture e attività finanziate dal PNRR per attivare: Case della Comunità, ADI, Ospedali di Comunità;
  • ribadito che nell’ambito delle Case della Comunità (ma anche per l’ADI e in generale per le cure primarie previste nei LEA Distrettuali) devono essere presenti e operare tutti i professionisti della sanità e del sociale, assicurando l’interdisciplinarietà, compresi i Medici di Medicina Generale, avendo per questi come obiettivo il loro passaggio alle dipendenze del SSN;
  •  Espresso preoccupazione per il modello organizzativo descritto per l’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI), pilastro dell’assistenza territoriale e principale investimento dello stesso PNRR nella Missione 6C1 (4 mld), che sembra prefigurare l’affidamento del servizio a soggetti accreditati;
  •  rivendicato per il personale, determinante essenziale per la riforma dell’assistenza territoriale e per il successo degli stessi investimenti del PNRR, il superamento del limite di spesa per le assunzioni, ancora vigente, la definizione dei nuovi fabbisogni formativi e dei relativi piani di assunzione e stabilizzazione;
  • raccomandato specifiche proposte di approfondimento sull’assistenza territoriale per salute mentale, dipendenze, carcere;
  • rinviato, dopo una lettura attenta del documento, le osservazioni generali e quelle specifiche sui requisiti e sugli standard proposti per la rete dei servizi territoriali, in particolare riferiti al personale.

¹ La delegazione CGIL era composta da Stefano Cecconi (area Welfare CGIL nazionale), Antonella Pezzullo (segreteria nazionale SPI CGIL), Michele Vannini (segreteria nazionale FP CGIL)


Di seguito riportiamo la bozza di documento “Modelli e standard per lo sviluppo dell’Assistenza Territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale”, aggiornato al 21.10.2021