«Noi l’abbiamo chiamata contributo di solidarietà» – ha spiegato Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, intervenendo a Di Martedì su La7 per illustrare la proposta fiscale del sindacato – «In questi anni c’è stato un aumento della ricchezza di pochi e un impoverimento di tanti. Nel nostro Paese, secondo i dati della Banca d’Italia, sono 500 mila i contribuenti che hanno una ricchezza netta superiore ai due milioni di euro».
«Noi stiamo chiedendo – ha aggiunto – che su 58 milioni di abitanti ci sia un contributo di solidarietà dell’1,5% da parte di questi 500 mila contribuenti più ricchi. Questo permetterebbe di incassare circa 26 miliardi di euro, risorse da destinare alla sanità, per garantire cure e ridurre le liste d’attesa, ma anche alla scuola, alla non autosufficienza e alla casa».
Landini ha evidenziato come in Italia si registri un paradosso: «Sui salari e sulle pensioni c’è una tassazione progressiva, mentre su rendite, profitti e ricchezze si applica una tassazione piatta».
«Noi non stiamo chiedendo di far pagare la prima casa» – ha precisato – «facciamo riferimento alla ricchezza netta, cioè dopo aver pagato le tasse. E non abbiamo proposto solo il contributo di solidarietà: abbiamo avanzato una vera riforma fiscale che affronti gli squilibri oggi esistenti».
Il leader della Cgil ha poi ricordato che «dal 2010 ad oggi, per esempio, l’Ires – la tassa sui profitti d’impresa – è passata dal 33% al 24%, ridotta di nove punti, mentre la tassazione su salari e pensioni è aumentata, a causa del drenaggio fiscale e della struttura degli scaglioni. Stiamo chiedendo di introdurre una progressività anche sui profitti e sulle rendite. Il principio deve essere che chi più ha, più deve contribuire».
Sul fronte del lavoro, Landini ha ribadito la gravità della situazione: «In Italia siamo di fronte a un livello di precarietà che non ha senso. La gente lavora ma resta povera. I giovani se ne stanno andando via dal Paese. È per questo che oggi c’è bisogno di mobilitarsi e scendere in piazza per cambiare davvero questa situazione».
Anche le politiche industriali, ha sottolineato, «non stanno migliorando: poche ore fa a Palazzo Chigi si sono rotte le trattative sull’Ilva, che di fatto stanno chiudendo. La crisi del nostro Paese è una crisi industriale e di investimenti, e in questa legge di bilancio gli investimenti pubblici sono pari a zero».
«Noi stiamo lavorando per difendere il lavoro e per dire basta» – ha concluso Landini – «Venerdì 12 dicembre saremo nelle piazze per lo sciopero generale, contro una manovra sbagliata e inutile».
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