“Il governo non vuole parlare di quello che non sta facendo e delle ragioni che ci hanno portato a proclamare lo sciopero generale” di venerdì 12 dicembre. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Maurizio Landini a In Onda su La 7.
Lo sciopero “non lo fai con piacere, perché naturalmente le persone ci rimettono i soldi: quando uno sciopera quel giorno lì non prende paga”, ma è necessario - ha continuato il leader della Cgil - “perché i salari non aumentano, perché continua la precarietà, perché hanno bloccato le pensioni, perché non stanno accettando di introdurre un sistema che tuteli davvero il potere d'acquisto dei salari”.
Landini ha denunciato che “di tutto questo loro non vogliono parlare” e ha ricordato che le critiche alla manovra non arrivano solo dal sindacato: “sono critiche che non ha fatto solo la Cgil, le ha fatte la Banca d'Italia, l’Istat, l’Ufficio parlamentare di bilancio”, sottolineando come “questa sia una manovra che non affronta i problemi delle persone, che non arrivano alla fine del mese, e che si è poveri lavorando”.
Il segretario generale ha ribadito la gravità del problema fiscale: “le tasse gravano sul lavoro dipendente e sui pensionati e con l'inflazione c'è stato un aumento della tassazione sul lavoro dipendente e sui pensionati che non ha precedenti”, mentre il governo “continua a fare condoni, fiscali ed edilizi, e continua a non aumentare i salari”. Ha quindi ricordato che l’esecutivo, in quanto datore di lavoro, “ha imposto aumenti del 6% ai lavoratori del pubblico impiego quando l'inflazione è al 18%”, una scelta che “significa programmare la riduzione del potere d'acquisto” e che sta spingendo “medici, infermieri e tanti giovani ad andarsene dal Paese”.
“Vedo il tentativo di mettere in discussione l'esistenza stessa del sindacato”, ha concluso Landini, precisando che la Cgil “non vuole rispondere a questo o quel partito o governo, ma ai bisogni delle persone che per vivere hanno bisogno di lavorare”. Un tentativo destinato però a fallire, perché “il disagio che c'è nel Paese è evidente, soprattutto tra le nuove generazioni”.
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