"Noi abbiamo posto un problema preciso che si chiama aumento dei salari, quindi a Confindustria abbiamo posto sia il tema del rinnovo dei contratti che sono aperti, a partire da quello dei metalmeccanici e delle telecomunicazioni e porre il tema del salario vuol dire chiedere un provvedimento che vede la defiscalizzazione degli aumenti dei contratti nazionali, per noi la defiscalizzazione va concentrata sui contratti nazionali, non su altri livelli e vuol dire affrontare il problema del fisco, a partire dalla restituzione del fiscal drag e a partire dall'introduzione di un meccanismo automatico di rivalutazione delle detrazioni e delle aliquote". Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, al termine dell'incontro con Confindustria.
"Contemporaneamente abbiamo dato la disponibilità e siamo interessati a ragionare sul terreno degli investimenti e in questo - ha aggiunto Landini -, c'è anche un tema che si chiama incentivi che vengono dati alle imprese, che non possono più essere dati a pioggia, ma che vengano dati a chi applica i contratti, a chi rinnova i contratti, quindi c'è il problema della cancellazione e del superamento dei contratti pirata".
Abbiamo condiviso che "c’è un tema che si chiama anche costo dell’energia", che riguarda imprese e persone, e che va affrontato insieme a salario e riforma fiscale. Centrale è anche la precarietà, che colpisce soprattutto le nuove generazioni e non è più sostenibile.
Se parliamo di politiche industriali, dai ritardi su ILVA e automotive emerge la necessità di un intervento diretto dello Stato. Intanto molti giovani laureati e diplomati lasciano il Paese "perché i salari sono bassi e i livelli di precarietà non sono più accettabili".
Abbiamo posto questo tema anche alle imprese: oltre a Confindustria, abbiamo incontrato Confcommercio, dove "l’applicazione dei contratti pirata si sta estendendo parecchio". Nei prossimi giorni discuteremo di salute e sicurezza sul lavoro e di rappresentanza, per arrivare alla validità erga omnes dei contratti nazionali, cancellando i contratti pirata.
Infine - ha concluso il segretario generale della Cgil -, abbiamo ribadito che "i soldi pubblici e i sostegni economici non possono andare alle imprese che lavorano sullo sfruttamento".