Il 28 Giugno è stata pubblicata la nona edizione del Global Rights Index della Confederazione Internazionale dei Sindacati (CSI). L’indice della CSI misura le violazioni della libertà d’associazione e diritti sindacali, e stabilisce un ranking per paesi che violano le convenzioni OIL 98 e 87.
L’edizione 2022 mostra livelli record di abusi e violazioni nei 148 paesi coperti dall’Index:

  •  113 paesi hanno escluso i lavoratori dal loro diritto di costituire o aderire a un sindacato. I lavoratori sono stati esclusi dalla rappresentanza sul posto di lavoro in Afghanistan, Burkina Faso, Myanmar, Siria e Tunisia.
  •  il 77% dei paesi ha negato ai lavoratori il diritto di creare o aderire ad un sindacato
  •  nel 74% dei paesi indagati, le autorità hanno ostacolato e impedito la registrazione di sindacati, con una repressione particolare nei confronti dei sindacati indipendenti in Afghanistan, Bielorussia, Egitto, Giordania, Hong Kong, Birmania e Sudan.
  •  in 50 paesi i lavoratori sono stati vittime di violenza fisica. Il dato rappresenta un aumento importante dal 35% al 43% in Asia e dal 12% al 26% nella stessa Europa.
  •  l’87% dei paesi ha violato il diritto di sciopero. In Bielorussia, Egitto, India, Birmania, Filippine e Sudan i dirigenti sindacali scioperanti sono stati arrestati.
  •  Quattro paesi su cinque hanno bloccato la contrattazione collettiva sia nel pubblico che nel privato. Anche in Tunisia, la deriva autoritaria intrapresa dal presidente ha ristretto considerevolmente il diritto alla contrattazione, e nessun negoziato può aver luogo con i sindacati senza l’autorizzazione del capo del governo.

Bangladesh, Bielorussia,Brasile, Colombia, Egitto, Eswatini, Filippine, Guatemala, Birmania, Turchia rappresentano nel 2022 i 10 paesi in cui i diritti e le libertà sindacali sono maggiormente violati e repressi attraverso normativa nazionale, politiche anti-sindacali, violenza delle forze dell’ordine, arresti, intimidazioni, licenziamenti abusivi e repressione sul luogo di lavoro.