La legge di Bilancio 2020 ha previsto, oltre al “Programma innovativo nazionale per la qualitàdell'abitare” in relazione al quale pochi giorni fa si è svolta la prima riunione dell’Alta Commissioneistituita presso il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS) costituita perdare attuazione al programma, un altro Piano per la rigenerazione urbana, da 8,5 miliardi di euro,volto alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché al miglioramentodella qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale.La legge di Bilancio vedeva la seguente ripartizione: 150 milioni di euro per l'anno 2021, 250milioni di euro per l'anno 2022, 550 milioni per ciascuno degli anni 2023 e 2024 e 700 milioni perciascuno degli anni dal 2025 al 2034.Questo piano, dopo mesi di ritardo, è stato ora sbloccato da un Dpcm, che stabilisce i criteri e lemodalità per l'assegnazione dei contributi ai Comuni. Entro il 5 aprile 2021 (30 giorni dallapubblicazione del Dpcm in Gazzetta) verrà pubblicato il modello di presentazione della domandache i Comuni dovranno utilizzare per la richiesta del contributo, da inviare entro il 4 giugno 2021(90 giorni dalla pubblicazione del Dpcm).Il Dpcm si applica in via sperimentale per il triennio 2021-23 e definisce anche le modalità diutilizzo dei ribassi d'asta, di monitoraggio delle risorse assegnate, di rendicontazione e di verifica,nonché le modalità di revoca, recupero e riassegnazione delle somme non utilizzate.Possono accedere alle risorse i comuni con popolazione superiore ai 15mila abitanti, noncapoluogo di provincia, ed i comuni capoluogo di provincia o sede di città metropolitana. L'accessoai contributi deve fare i conti con dei limiti massimi attribuibili a ciascun comune.Sono finanziabili uno o più interventi entro il limite di 5 milioni di euro per i comuni conpopolazione da 15mila a 49.999 abitanti, di 10 milioni per i comuni con popolazione da 50mila a100mila abitanti; infine, sale a 20 milioni per i comuni con popolazione superiore o uguale a100.001 abitanti e per i comuni capoluogo di provincia o sede di città metropolitana.Sono finanziabili singole opere pubbliche o insiemi coordinati di interventi pubblici anchericompresi nell'elenco delle opere incompiute.Le categorie di intervento che possono accedere alle risorse sono tre: la manutenzione per il riusoe rifunzionalizzazione di aree pubbliche e di strutture edilizie esistenti pubbliche per finalità diinteresse pubblico, compresa la demolizione di opere abusive realizzate da privati in assenza ototale difformità dal permesso di costruire; interventi volti al miglioramento della qualità deldecoro urbano e del tessuto sociale e ambientale, anche mediante interventi di ristrutturazioneedilizia di immobili pubblici, con riferimento in particolare allo sviluppo dei servizi sociali eculturali, educativi e didattici, oppure alla promozione di attività culturali e sportive; la mobilitàsostenibile.Possono essere coperte inoltre anche le spese di progettazione esecutiva se comprese nel quadroeconomico dell'opera da realizzare.Le richieste devono riferirsi ad opere inserite nella programmazione annuale o triennale degli entilocali e rientranti nello strumento urbanistico comunale.Se l'ammontare dei contributi richiesti dovesse superare le risorse disponibili, saranno favoriti icomuni con un valore più elevato dell'indice di vulnerabilità sociale e materiale (Ivsm).Una volta ottenuto il contributo, i Comuni devono affidare i lavori entro 15 o 20 mesi a secondadell'importo delle opere.I Fondi rappresentano sicuramente un’ulteriore opportunità per i Comuni, che necessariamentenon devono essere perduti, ma utilizzati per interventi oggi strategici per le città e lo sviluppolocale. A tal fine è indispensabile una nostra interlocuzione con le amministrazioni locali, perdefinire le priorità su cui intervenire attraverso interventi di rigenerazione, in un’ottica disostenibilità, resilienza, inclusività.