Secondo una ricerca coordinata dal Sidief, la società immobiliare di Banca d’Italia, sul tema abitativo legato alle giovani generazioni, il 62,5% dei giovani in Italia abita con i genitori, contro una media europea del 48,1% e il 32,1% negli Stati Uniti.Le motivazioni stanno nella cultura del Paese, nella crisi economica, nell’incertezza del futuro, nella disoccupazione. Ma anche nella mancanza di alloggi adatti: piccoli, collocati in zone urbane di qualità. Case che rispondono alle esigenze di “consumatori” attenti come i giovani, cioè con risparmio energetico, realizzate con materiali compatibili, con reti e impianti eccellenti. Soprattutto case in locazione e non solo in vendita. E a canoni compatibili con i redditi attuali.Se i giovani italiani si dovessero allineare alla media europea avremmo una domanda di almeno un milione di alloggi, per la maggior parte nei capoluoghi.Dalle interviste ai giovani tra i 18 e i 34 anni risulta che la casa non è tanto un bene patrimoniale, ma un servizio di cui usufruire e il senso di appartenenza si è spostato sul quartiere: servono spazi piccoli e pronti, connessi e poco costosi.Il modello vincente europeo è quello tedesco dove qualità dell’offerta, agevolazioni fiscali, contratti del lavoro e garanzie dei diritti producono un tasso di sfitto basso e canoni stabili. Serve, scome si legge nell'indagine, generare un prodotto italiano caratterizzato e “smart”, dove le case vengono messe in rete e la gestione professionale viene premiata e si pone l’obiettivo della riqualificazione.La Cgil ha ripetutamente denunciato il problema della nuove generazioni, viste le difficoltà sempre maggiori che incontrano nel percorso di realizzazione della propria collocazione sociale e per il pieno riconoscimento dei propri diritti, cercando di individuare possibili linee di contrattazione e azione territoriale. Se è prioritario investire sulla formazione e sulla qualità dell'istruzione, ridurre la precarietà, garantire maggiori possibilità di trovare un lavoro o di ritrovarlo dopo la fine di un’esperienza professionale, è anche indispensabile che la flessibilità lavorativa sia accompagnata da flessibilità nel mercato delle abitazioni, con politiche ed interventi mirati. Le recenti misure, volte sostanzialmente ad agevolare la contrazioni di mutui prima casa per giovani coppie, non va nella direzione di fornire una risposta adeguata alle domande che si manifestano.La Cgil ed il SUNIA, in un'indagine condotta sulla condizione abitativa dei giovani, avevano rilevato il dato di oltre sette milioni di giovani, compresi tra i 18 e i 34 anni, ancora in casa dei genitori e  rivendicato un “patto per l’abitare” in grado di far incontrare la domanda dei bisogni giovanili con un'offerta adeguata, in modo da regolare un mercato con trasparenza.A garanzia della domanda deve essere rivendicata la costituzione di un’Agenzia per la casa in ogni Comune con uno specifico Osservatorio sui bisogni abitativi dei giovani. Soluzioni possono essere individuate anche nell'ambito dei progetti di edilizia sociale, indirizzandole al libero mercato degli alloggi in locazione anche per i giovani. In questa direzione si pone la necessità di individuare maggiori finanziamenti che permettano la programmazione di un piano pluriennale di edilizia sociale e di incentivi idonei alle finalità degli investimenti. Particolare attenzione deve essere prestata alla possibilità di riutilizzo degli edifici confiscati alle mafie, battaglia culturale oltre che vertenziale