Martedì 12 dicembre si celebra nel mondo la Giornata Internazionale della Copertura Sanitaria Universale, istituita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite nel 2012 per promuovere sistemi sanitari efficienti che forniscano cure e servizi accessibili e di qualità a tutte le persone e in tutti i Paesi del mondo, perché salute e benessere non siano un privilegio per pochi ma un diritto per tutti.

La copertura sanitaria universale è tra gli Obiettivi per il 2030 per lo Sviluppo Sostenibile adottati dalle Nazioni Unite e assume una particolare importanza anche alla luce delle crescenti minacce sanitarie legate ai cambiamenti climatici e conseguente drammatico aumento delle diseguaglianze.

Lo slogan ufficiale della campagna della Giornata è “Health for all: time for action – Salute per tutti: è tempo di agire”. Rimarca quanto sia ancora lunga la strada per raggiungere l’obiettivo della copertura sanitaria universale e quanto sia urgente agire subito: secondo gli ultimi dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, metà della popolazione mondiale non ha ancora accesso ai servizi sanitari essenziali con milioni di persone che vivono in condizioni di povertà difficoltà a sostenere spese per l’assistenza sanitaria.

Il Servizio Sanitario Nazionale italiano, pubblico e universale, è certamente tra i migliori al mondo, ma dopo troppi lunghi anni in cui è stato diffamato e affamato, ha saputo resistere solo grazie all’impegno e al valore dei suoi lavoratori e lavoratrici, ma oggi rischia il collasso.

Il Governo Meloni, ha varato la manovra finanziaria per il 2024, oggi all’esame del Parlamento, dove si nascondono tagli accompagnati da un’ulteriore privatizzazione della sanità. Contestualmente aumenta il lavoro degli uffici stampa del Ministro Schillaci con tanti annunci e promesse - “I fondi per la Sanità ci sono”, “I Soldi arriveranno”, “Mai così tante risorse per la sanità”, “Per il personale uno stanziamento straordinario”: una narrazione che tenta di nascondere la drammatica realtà che consegna al Servizio Sanitario Nazionale un miliardo in meno di quanto lo stesso Ministro riteneva essere necessario. Una manovra che allontana sempre più la sanità pubblica italiana dalla media europea per spesa sanitaria, dotazioni organiche e retribuzioni del personale.

“Certo, il titolo del capitolo del DDL Bilancio 2024, ‘Potenziamento del sistema sanitario’, poteva far ben sperare, ma la realtà dei numeri racconta l’incremento del Fabbisogno Sanitario, solo apparente. Non solo è assolutamente inadeguato a rispondere ai bisogni urgenti della sanità pubblica, come peraltro rimarcato sia dalla Corte dei Conti che dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio, ma non è sufficiente neanche a compensare gli effetti dell’inflazione e dovrebbe coprire i rinnovi contrattuali del personale sanitario e le ulteriori nuove spese vincolate (per liste di attesa, privato convenzionato, prestazioni aggiuntive, ecc.): ciò significa che le Regioni avranno meno risorse a disposizione rispetto a quelle di oggi già insufficienti” afferma la segretaria confederale della CGIL Daniela Barbaresi, che aggiunge “allarmante il rapporto tra Fondo Sanitario Nazionale e PIL che, dal 6,3% del 2024 scende ulteriormente al 6,1 nel 2025 fino al 5,9% nel 2026: il valore più basso degli ultimi decenni. È la conferma della volontà politica del governo meloni di disinvestire e quindi, nei fatti, di proseguire nello smantellamento del SSN e nella privatizzazione della salute”.

Totalmente sbagliate le scelte sul personale: dalla carenza di medici e infermieri, a salari inadeguati e a tempi di attesa da ridurre. Non solo si conferma il tetto alla spesa sul personale, ma il Governo sembra non avere nessuna strategia se non quella di far lavorare di più con prestazioni aggiuntive, dunque ricorrendo al “cottimo” in sanità.

Si innalzano invece i tetti alla spesa farmaceutica, così come i tetti di spesa per acquisti di prestazioni da privati a cui saranno destinati 1,2 miliardi di euro in più nel triennio: un ulteriore trasferimento alla sanità privata verso cui si dirottano sempre più risorse.

Inoltre, a fronte del progressivo invecchiamento della popolazione, non si prevede alcun finanziamento per la non autosufficienza.

Non solo. Anche la rimodulazione della Missione 6 del PNRR si è tradotta in tagli: -312 Case della Comunità (-23%), -93 Ospedali di Comunità (-23%), -120 Centrali Operative Territoriali (-20%), -1.178 posti nelle terapie intensive (-23%), -25 interventi antisismici negli ospedali (-23%). Tagli e scelte sbagliate del Governo che lasceranno sempre più soli i cittadini costretti a fare i conti con tempi di attesa sempre più insostenibili, diseguaglianze, assistenza e cure sempre più inaccessibili se non ricorrendo al privato e pagando di tasca propria o rinunciando a curarsi.

“In questi giorni di grande dolore per la tragedia di Tivoli – conclude Barbaresi – è doveroso esprimere il più profondo cordoglio e vicinanza alle famiglie delle vittime e a tutta la comunità. Ma oltre alla solidarietà servono fatti per garantire la sicurezza degli ospedali e di tutte le strutture sanitarie, per garantire prevenzione e assistenza territoriale, per valorizzare il personale, per garantire le migliori cure e assistenza a tutti: il tempo delle azioni è adesso e occorre agire prima che sia troppo tardi”.