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Il XXIV Rapporto Annuale INPS, presentato lo scorso 16 luglio, offre una lettura aggiornata del sistema di welfare italiano e dei suoi principali nodi critici. L’analisi dell’Istituto conferma l’urgenza di politiche pubbliche strutturali, inclusive e orientate alla coesione, rafforzando quindi le rivendicazioni della Cgil in materia di occupazione, previdenza, giustizia sociale e riforme del welfare.
Occupazione
L’aumento del tasso di occupazione evidenziato dal Rapporto non può oscurare le profonde fragilità che lo accompagnano: l’incremento riguarda in larga parte contratti discontinui, precari o a bassa intensità oraria. A ciò si sommano i divari di genere e territoriali, ormai strutturali: il tasso di occupazione femminile resta bloccato al 53,7%, con uno scarto superiore ai 17 punti rispetto a quello maschile, e le regioni del Mezzogiorno continuano a registrare livelli ben al di sotto della media nazionale. La crescita degli under 34 e dei lavoratori non comunitari è un dato che va letto con attenzione: dimostra che alcune leve stanno funzionando, ma senza un intervento organico su formazione, politiche industriali, salario e servizi pubblici, rischia di ampliare segmentazioni e diseguaglianze.
A questo si collega un altro tema strategico: quello delle agevolazioni contributive. La spesa ha raggiunto i 41 miliardi di euro, in crescita del 27,6% in un solo anno. È inaccettabile continuare a sostenere la spesa pubblica per incentivi senza una valutazione ex-ante ed ex-post dell’efficacia, e senza condizionalità particolari, come l’adozione di CCNL sottoscritti dalle organizzazioni sindacali rappresentative.
Previdenza
Sul versante previdenziale, come ribadito più volte anche dal CIV, il sistema è in equilibrio e sostenibile nel medio-lungo periodo. L’età effettiva di accesso alla pensione è salita a 64,8 anni, segno di un azzeramento della flessibilità in uscita voluta dal Governo negli ultimi anni – altro che superamento della Legge Fornero.
Giustizia sociale
Particolarmente critico il quadro tracciato sulle politiche di inclusione sociale. Le misure ADI e SFL, a oltre un anno dall’introduzione, mostrano i tagli e i limiti evidenti nella loro capacità di garantire sostegno universale ed efficace alle persone in povertà.
Il Rapporto conferma inoltre forti penalizzazioni per le madri sul piano retributivo e occupazionale, disparità nell’accesso ai congedi parentali, e un sistema ancora inadeguato a garantire una reale condivisione della cura.
L’INPS è impegnato in un processo di trasformazione profonda: innovazione tecnologica, digitalizzazione, nuovi canali di comunicazione. Tuttavia, tutto ciò non può sostituire la presenza territoriale e il capitale umano e soprattutto l’investimento sull’organico.