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Dal 1° settembre 2025 è entrato in vigore l’Accordo bilaterale tra Italia e Moldova sulla sicurezza sociale, pensato per tutelare i diritti di chi si sposta in uno o in entrambi i Paesi.
COSA PREVEDE L’ACCORDO?
- Parità di trattamento per le persone soggette alla legislazione di uno o di entrambi gli Stati firmatari.
- Tutela della sicurezza sociale e previdenziale per chi si sposta tra i due Stati.
- Totalizzazione dei contributi: i periodi di lavoro svolti in entrambi i Paesi possono essere sommati (a condizione che non si sovrappongano) per maturare il diritto alle prestazioni.
QUALI PRESTAZIONI COPRE?
L’accordo riguarda:
- Pensione di vecchiaia, invalidità e superstiti
- Indennità di disoccupazione
- Prestazioni economiche per malattia e maternità
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Con la circolare INPS n. 131 del 30 settembre 2025, si dà concreta attuazione all’Accordo tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di Moldova in materia di sicurezza sociale, in seguito alla ratifica definitiva avvenuta il 21 luglio 2025.
Si tratta di un accordo di grande rilievo, che con la pubblicazione della circolare rappresenta un passaggio fondamentale per garantire tutele effettive a tante persone, lavoratrici e lavoratori, che negli anni hanno svolto attività in entrambi i Paesi e che ora possono finalmente vedere riconosciuti diritti previdenziali finora negati o sospesi.
L’Accordo, firmato a Roma il 31 ottobre 2024 e ratificato con la legge n. 98 del 23 giugno 2025, è entrato in vigore il 1° settembre 2025, insieme all’Intesa amministrativa tra INPS e CNAS (Cassa Nazionale di Assicurazioni Sociali della Repubblica di Moldova).
Tra i punti più rilevanti della convenzione, la totalizzazione dei periodi assicurativi tra i due Stati ai fini pensionistici; gli obblighi contributivi e assicurativi per i lavoratori distaccati, che potranno mantenere la copertura previdenziale del Paese d’origine fino a 24 mesi, prorogabili di ulteriori 24; le modalità di certificazione dei periodi di lavoro e i criteri operativi per la presentazione delle domande di pensione; la parità di trattamento tra cittadini italiani e moldavi e la piena portabilità delle prestazioni in entrambi i Paesi.
L’INPS precisa, inoltre, che i periodi di lavoro antecedenti al 1° gennaio 1999, non informatizzati nei registri della CNAS, dovranno essere certificati con idonea documentazione da trasmettere all’Istituto moldavo per l’opportuna verifica.
Secondo il Rapporto annuale sulla presenza dei migranti in Italia 2023 la comunità moldava rappresenta una delle più numerose nel nostro Paese, con oltre 128.000 persone regolarmente soggiornanti, in prevalenza donne, occupate nei servizi alla persona, nel lavoro domestico e nell’assistenza, ma anche con una crescente presenza nei settori dell’industria e dell’edilizia.
L’attuazione dell’Accordo costituisce uno strumento fondamentale per il pieno riconoscimento dei diritti previdenziali e della parità di trattamento, finora negati.