L’8 ottobre 2025 è entrata in vigore la legge 147/25 di conversione del decreto-legge 116/25 “Disposizioni urgenti per il contrasto alle attività illecite in materia di rifiuti, per la bonifica dell'area denominata Terra dei fuochi e per l'istituzione del Dipartimento per il Sud, nonché in materia di assistenza alla popolazione colpita da eventi calamitosi”
Durante la discussione parlamentare del provvedimento è stato approvato un emendamento della maggioranza che, introducendo il nuovo articolo 9-bis, prevede la soppressione della Struttura di missione ZES e il trasferimento delle risorse umane, strumentali e finanziarie al Dipartimento per il Sud, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.
Questa norma segue una serie di atti recenti con i quali viene prevista una riorganizzazione delle deleghe nella compagine di governo a seguito della nomina a Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri di Luigi Sbarra (Decreto del Presidente della Repubblica del 12 giugno 2025), al quale viene conferita la delega di funzioni in materia di politiche per il Sud (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministeri del 7 luglio 2025) e conseguenti attribuzioni in materia di organizzazione dell’Ufficio e di conferimento di incarichi dirigenziali (Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 4 settembre 2025).
L’insieme di questi provvedimenti prelude a significativi cambiamenti nella governance delle politiche per il Mezzogiorno.

Di seguito, in sintesi, i contenuti dell’art. 9 bis.
Istituzione del “Dipartimento per il Sud”
- Istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri un dipartimento denominato «Dipartimento per il Sud»;
- Il nuovo dipartimento sarà disciplinato con un apposito decreto del Presidente del Consiglio (DPCM) che modificherà l’Ordinamento delle strutture generali della Presidenza del Consiglio dei ministri, che attualmente prevede un “Dipartimento per le politiche di coesione e per il sud”;
Competenze del “Dipartimento per il Sud”
Il Dipartimento cura l'attuazione delle funzioni di indirizzo, coordinamento e promozione dell'azione strategica del Governo con riferimento alle politiche per il Sud, tra cui:
a) promuovere e coordinare l'istituzione e l'attuazione della Zona economica speciale per il Mezzogiorno - («ZES unica»);
b) promuovere e coordinare le strategie, le politiche, gli interventi e le iniziative dei Ministeri in materia di politiche per il Sud, anche mediante un'apposita Cabina di regia a tal fine istituita;
c) partecipare ai tavoli istituzionali permanenti attuativi dei contratti istituzionali di sviluppo relativi a territori delle regioni del sud;
d) promuovere e curare il coordinamento, tra le amministrazioni competenti, di ogni iniziativa utile in materia di perequazione infrastrutturale;
e) esercitare le funzioni di cui al decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91 recante «Disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno»;
f) partecipare al tavolo istituzionale permanente per l'area di Taranto e al coordinamento dei programmi di intervento volti al superamento della crisi socioeconomica e ambientale di detta area;
g) copresiedere con l'autorità politica delegata in materia di politiche di coesione territoriale la Cabina di regia istituita per l’elaborazione del programma di risanamento ambientale e rigenerazione urbana del comprensorio Bagnoli-Coroglio;
h) promuovere e coordinare l'utilizzo delle risorse per la realizzazione - nelle aree industriali, produttive e artigianali localizzate nei comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti - di investimenti finalizzati al miglioramento della viabilità, delle infrastrutture, nonché allo sviluppo dei servizi pubblici e all'incremento della loro qualità, (risorse FSC pari a 300 milioni, delibera del CIPESS n. 81 del 29 novembre 2024).
Organizzazione del “Dipartimento per il Sud”
Sono stati istituiti presso il Dipartimento due uffici dirigenziali di livello generale e cinque uffici di livello dirigenziale non generale.
Gli incarichi di Capo Dipartimento, di dirigenti generali e dirigenti degli uffici possono essere conferiti anche in deroga alle norme sulle percentuali relative sia al personale dirigenziale in servizio presso le pubbliche amministrazioni che al personale esterno.

Al Dipartimento è assegnato il contingente di sessanta unità di personale non dirigenziale della Struttura di missione ZES. In sede di prima applicazione, il personale non dirigenziale in servizio presso la Struttura di missione ZES - sulla base di provvedimenti di comando, collocamento fuori ruolo o applicazione di altro analogo istituto adottati secondo i rispettivi ordinamenti - si intende assegnato senza soluzione di continuità agli uffici del Dipartimento, salva comunicazione, effettuata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri alle amministrazioni di provenienza entro sessanta giorni, della richiesta di revoca dei provvedimenti.

Al Dipartimento per il Sud è assegnato il contingente di esperti già attribuito alla Struttura di missione ZES. Gli incarichi di esperti già conferiti cessano alla data di soppressione della Struttura di missione, salvo conferma, fino alla naturale scadenza, da adottare entro sessanta giorni.

Il Dipartimento per il Sud può procedere alla stipula di convenzioni con università, enti e istituti di ricerca e di accordi di collaborazione per lo sviluppo di analisi, studi e ricerche nelle materie di competenza del Dipartimento.
Per lo svolgimento delle attività, il Dipartimento per il Sud può avvalersi, mediante apposite convenzioni, del supporto tecnico-operativo dell'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa-INVITALIA SpA.
“Dipartimento per il Sud” e PNRR
Al fine di assicurare la più efficace e tempestiva attuazione degli interventi del PNRR relativi alla infrastrutturazione della ZES unica, il Dipartimento – fino al 31 dicembre 2026 - può assumere le funzioni di stazione appaltante ed esercitare i poteri sostitutivi per garantire il rispetto del cronoprogramma dei progetti di competenza.
Cronoprogramma
1. Adozione del DPCM che disciplina il “Dipartimento per il Sud”.
2. Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto di cui al punto 1, è adottato il decreto di organizzazione interna del Dipartimento per il Sud.
3. Dalla data di entrata in vigore del decreto di cui al punto 2, è soppressa la Struttura di missione ZES di cui decreto-legge 124/23 e le relative funzioni sono attribuite al Dipartimento per il Sud, che succede a titolo universale in tutti i rapporti attivi e passivi alla già menzionata Struttura di missione.
4. Nomine del Capo Dipartimento, dei dirigenti generali e dei dirigenti degli uffici non generali che non possono avere decorrenza anticipata rispetto alla data di soppressione della Struttura di missione.
5. Entro sessanta giorni dall’entrata in vigore del decreto di cui al punto 2, eventuale revoca dei provvedimenti di comando, collocamento fuori ruolo o applicazione di altro analogo istituto, adottati secondo i rispettivi ordinamenti, del personale non dirigenziale già in servizio presso la Struttura di Missione ZES.
6. Entro sessanta giorni dall’entrata in vigore del decreto di cui al punto 2, eventuale conferma dell’incarico di esperto già conferito dalla Struttura di Missione ZES.
Oneri finanziari
- Fino al 2034 si utilizzano le risorse previste per il funzionamento della Struttura di Missione ZES pari a € 782.291 per l'anno 2025 ed € 7.838.051 per ciascuno degli anni dal 2026 al 2034.
- Dal 2035 si utilizzeranno le risorse del Fondo per far fronte ad esigenze indifferibili pari ad € 7.838.051 annui.
Commento
La legge 147/25 conferma un modello che affida la complessità politica della questione meridionale a un dispositivo centralizzato di erogazione di incentivi, quelli della ZES, al di fuori di ogni disegno di politiche di sviluppo capaci di intervenire alla radice sui divari sociali e territoriali. In altre parole, quello che dovrebbe essere uno strumento di politica industriale diventa esso stesso la politica industriale.

La centralizzazione delle risorse, quasi interamente dedicate agli incentivi alle imprese e che saranno ulteriormente incrementate con la prossima revisione del PNRR, e delle procedure autorizzative rendono evidente il rischio che le scelte possano essere orientate alla riproduzione del consenso invece che all’interesse generale.

Non è affatto chiaro quali saranno le sinergie con l’autorità politica che gestisce le politiche di coesione, visto che la gran parte delle risorse che il dipartimento eredita dalla Struttura di Missione ZES provengono da Programmi Nazionali cofinanziati dai Fondi Strutturali e d'Investimento Europei.

Tutta la fase di costruzione del Dipartimento - dalle nomine per gli incarichi apicali e degli esperti, fino alle convenzioni con università, enti e istituti di ricerca e agli accordi di collaborazione per lo sviluppo di analisi, studi e ricerche nelle materie di competenza del medesimo Dipartimento – fornirà il profilo e l’orientamento che si intenderanno adottare. E la nostra organizzazione dovrà monitorare con grande attenzione le scelte che man mano saranno assunte. Lo faremo, ovviamente, senza pregiudizi, ma senza neppure sottrarci dal valutare le ricadute che quelle decisioni avranno sugli interessi delle persone che rappresentiamo.

Se i loro diritti saranno tutelati e promossi, ne beneficerà l’intero Paese, se invece prevarranno altri interessi, né il Mezzogiorno né l’Italia riusciranno a superare le molte difficoltà che abbiamo di fronte.

C’è poi da verificare come l’istituzione del Dipartimento per il Sud verrà coordinato con il disegno di legge governativo attualmente in discussione in Parlamento che fa rientrare nella ZES Unica le regioni Marche e Umbria.

Comunque, la nostra valutazione è che le decisioni prese fin qui non sono quelle di cui ha bisogno il Mezzogiorno, perché questo tipo di governance, centralizzata e che di fatto esautora i territori, difficilmente fornirà risposte concrete all’emergenza dello spopolamento, creerà nuova e buona occupazione, metterà in campo le politiche industriali finalizzate al cambiamento del modello di specializzazione produttiva e gli investimenti pubblici necessari, adeguerà le infrastrutture, garantirà l’accesso universale alle prestazioni sociali e sanitarie, contrasterà con efficacia la dispersione scolastica e universitaria.