Roma, 11 febbraio – “Già a giugno del 2013, in occasione della riunione della Commissione Norme dell'Organizzazione internazionale del lavoro, la Cgil aveva sollevato la questione dei diritti sindacali negati in Egitto, delle discriminazioni nei confronti dei sindacati indipendenti, delle vessazioni e degli arbitrii verso i lavoratori egiziani”. Lo afferma Fausto Durante, coordinatore Area politiche europee e internazionali della Cgil.

“In quella riunione - ricorda il dirigente sindacale - , parlando anche a nome dei rappresentanti dei lavoratori di Belgio, Germania, Francia, Grecia, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Spagna, Ungheria e paesi scandinavi, la Cgil segnalava come alcune norme emanate dal Consiglio militare egiziano avessero prodotto conseguenze negative per le libertà di azione sindacale nel Paese”.

“In base a quella legge - sottolinea Durante - decine di lavoratori erano stati condannati al carcere da tribunali militari per aver dato vita ad iniziative di protesta contro la corruzione nei diversi livelli amministrativi. Sempre in virtù di quelle norme, in Egitto venivano limitate le libertà di riunione, di movimento, di assemblea e, al contempo, si procedeva alla reintroduzione dei tribunali militari per i civili. Così come, con una modifica della Costituzione, si prevedeva il riconoscimento di un solo sindacato per ogni settore e si dava al governo il potere di controllare l'attività sindacale e di sciogliere in modo discrezionale le organizzazioni sindacali indipendenti. Una disposizione, come riportato nel discorso ricordato, ‘senza precedenti nelle Costituzioni dei paesi democratici’ e in aperta violazione delle convenzioni 87 e 89 dell'OIL riguardanti il diritto dei lavoratori a costituire sindacati, convenzioni pure ratificate dall'Egitto”.

“Tra gli altri punti posti da noi in quella occasione - aggiunge il sindacalista - vi era, poi, la questione della negazione per le donne dei diritti e dei principi di uguaglianza e della mancanza di protezione rispetto alle discriminazioni. Allo stesso modo, si faceva registrare come venissero violate le convenzioni internazionali riguardanti il lavoro forzato e il lavoro minorile, con norme che ‘portano il popolo egiziano indietro all'era della schiavitù, prevedendo per legge l'eventualità del lavoro forzato e autorizzando il lavoro minorile prima del completamento dell'istruzione obbligatoria’.

“È in questo contesto e nel suo progressivo peggioramento - conclude Durante - che si colloca la tragedia che ha riguardato il ricercatore italiano Giulio Regeni. Una tragedia rispetto alla quale reiteriamo la richiesta di fare piena luce sulle responsabilità e le cause dei fatti e confermiamo l'impegno assunto da Cgil, Cisl, Uil per coinvolgere le strutture sindacali e le istituzioni europee e internazionali sulla vicenda, per assicurare la collaborazione dei sindacati indipendenti egiziani e per fare in modo che il caso concernente i diritti e le libertà sindacali e del lavoro in Egitto sia ancora monitorato dall'OIL nelle sue prossime sessioni di lavoro”.