"Credo che sia importante ringraziare e riconoscere il valore generale, internazionale che ha assunto la missione Global Sumud Flotilla. È stato non solo un gesto di coraggio e di dignità, ma un gesto che ha permesso di costruire una mobilitazione, rompere quel deserto, quel silenzio che si era costruito attorno a quello che stava succedendo a Gaza, in particolare attorno alle scelte di un governo, quello israeliano, che sta esplicitamente puntando al genocidio e alla cancellazione dell'esistenza stessa del popolo palestinese, del suo diritto di esistere e di vivere in pace come tutti gli altri popoli". Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in conferenza stampa alla Camera, convocata dalla delegazione italiana del 'Global movement to Gaza'.

"La forza di questa azione, di questa iniziativa, è stata proprio quella di invitare tutti a non guardare da un'altra parte, a non abituarsi a questa violenza e a mobilitarsi in tutte le forme e modalità possibili. Perché quello che sta succedendo e che sta facendo il governo israeliano è inconciliabile con il diritto alla pace, non solo con il diritto internazionale, ma con il diritto alla pace e alla vita di tutti i popoli e di tutte le persone".

"Proprio per questa ragione noi siamo di fronte a un diritto internazionale che è calpestato dal governo di Israele. Non è certo calpestato dalle persone, dai lavoratori e dalle lavoratrici che oggi sono su quelle barche - ha precisato il segretario generale della Cgil -, e che stanno semplicemente esercitando i valori sanciti dalla nostra Costituzione, i valori e i diritti riconosciuti dalle convenzioni internazionali".

"È utile ricordare che il diritto internazionale, nato dopo la seconda guerra mondiale, è stato edificato con la lotta, in alcuni casi con il sangue, delle persone che si sono battute per affermare la democrazia, per sconfiggere il fascismo e il nazismo. Le lavoratrici, i lavoratori e le organizzazioni sindacali italiane hanno svolto un ruolo decisivo per affermare quei valori e per estenderli a tutti".

"Oggi siamo di fronte alla necessità di ristabilire davvero un diritto alla pace per tutti, a partire dal riconoscimento del diritto all'esistenza di uno Stato palestinese. Abbiamo ritenuto necessario - ha annunciato Landini -, come Cgil e in dialogo con altre organizzazioni sindacali, metterci al servizio della Global Sumud Flotilla e seguire questo percorso per essere nella condizione di utilizzare lo strumento più solidale e più forte che dispongono i sindacati: il diritto di sciopero".

"Di fronte all’eventuale blocco, al sequestro o all’arresto delle navi, noi dichiariamo e confermiamo che siamo pronti alla proclamazione, in modo tempestivo, di uno sciopero generale che riguardi tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori, pubblici e privati".

"Un simile blocco determinerebbe due questioni: un attentato alla salute e alla sicurezza di chi è su quelle barche, persone che non sono semplici volontari ma lavoratori, anche italiani, che hanno preso aspettativa non retribuita per svolgere questa funzione; e un colpo all'ordine costituzionale, fondato non solo sulla nostra Costituzione, ma sulle carte dell’ONU e sulla Convenzione di Ginevra, che configurerebbe quasi un atto di guerra contro chi in modo non violento vuole svolgere una missione umanitaria e politica per riaffermare pace, libertà e democrazia".

"Per queste ragioni siamo pronti a proclamare lo sciopero - ha ribadito Landini -, certo nel rispetto della legge, ma utilizzando la possibilità prevista proprio in presenza di queste violazioni. Siamo pronti a mettere in campo nei prossimi giorni tutte le forme di mobilitazione necessarie".

"Questo significa mobilitazione in piazza, significa chiedere a tutte le persone di scendere in piazza per sostenere questa iniziativa.

Perché l'obiettivo della Flotilla deve proseguire anche se la nave venisse bloccata: bisogna fermare il genocidio, riaffermare il diritto del popolo palestinese a esistere e ad avere uno Stato, riaffermare un diritto internazionale fondato sulla democrazia e la libertà delle persone, e non solo sulla logica del profitto e del mercato".

"Trovo che ci sia una grave responsabilità", ha detto Landini riferendosi alle dichiarazioni della Presidente del Consiglio: "definire irresponsabile la Flottilla e il lavoro che stanno facendo è un atto di irresponsabilità politica, non solo verso la maggioranza dei cittadini italiani, ma perché è dovere del governo difendere anche quelle persone italiane che stanno svolgendo un’attività in applicazione dei principi costituzionali".

"A partire dall'articolo 2 sul diritto alla solidarietà, dall'articolo 10 sul diritto internazionale, dall'articolo 11 in cui l’Italia ripudia la guerra, fino a tutti i valori fondamentali della Costituzione. Un governo che rispetta la Costituzione dovrebbe essere al fianco e a sostegno di quelle persone. Questo significa essere patrioti oggi. Essere patrioti oggi non significa difendere o subire le politiche del governo Netanyahu".

"È il momento di chiedere alle lavoratrici, ai lavoratori, agli studenti, ai pensionati, a tutte le persone - ha concluso il segretario generale della Cgil -, di scendere di nuovo in piazza come già accaduto nei giorni scorsi, e di dare continuità alla domanda di democrazia, libertà e solidarietà con il popolo palestinese. Non è solo una semplice solidarietà: esprimere vicinanza al popolo palestinese significa difendere il diritto di ogni popolo all’autodeterminazione, ad avere uno Stato e a poter vivere in pace. Significa applicare completamente i principi della nostra Costituzione, conquistati con la sconfitta del fascismo e del nazismo".


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