Di seguito un commento del segretario confederale della Cgil Giuseppe Massafra ai dati Istat sugli occupati di novembre 2016 diffusi ieri, con particolare riferimento a quelli riguardanti i giovani.


A novembre 2016, secondo gli ultimi dati Istat, il tasso di disoccupazione tra i giovani è salito al 39,4% ritornando a livelli record. Tradotto in termini assoluti: 627mila under 25 italiani sono alla ricerca di un lavoro e non riescono a trovarlo. Estendendo però il nostro sguardo alla fascia di età 15-34 anni, la condizione giovanile in Italia emerge in tutta la sua drammaticità come la vera emergenza del Paese.Sono infatti oltre 2 milioni gli occupati in meno tra il 2008 e il 2016, un numero incredibile che non ha corrispondenze nelle altre fasce di età, alcune delle quali hanno visto addirittura crescere, nella crisi, il loro tasso di occupazione.

Le generazioni più formate nella storia del nostro Paese sono inoltre le più sotto-inquadrate e rispetto alla media europea i nostri laureati, che pure continuano ad avere molte più possibilità lavorative dei loro coetanei diplomati, hanno comunque tassi di occupazione e tempi di inserimento nel mercato del lavoro tra i più bassi del continente, testimoniando come le politiche dell’alternanza scuola-lavoro siano state ad oggi inefficaci in tutte le loro declinazioni.

A fronte di riforme del lavoro, ultima il Jobs Act, che hanno ulteriormente precarizzato il lavoro, a fronte di una spesa di oltre 18 miliardi di euro in quattro anni per la decontribuzione delle assunzioni a tempo indeterminato, a fronte di 1,5 miliardi di risorse per l'implementazione di Garanzia Giovani, la condizione giovanile non solo non ha vissuto la svolta necessaria ma rappresenta la testimonianza più evidente della politica fallimentare perseguita negli ultimi anni.L’esplosione dei voucher, che è ormai evidente a tutti, e quella dei tirocini (+53% nel 2015 rispetto al 2014) hanno oltremodo discriminato i giovani nell’accesso al lavoro e in particolar modo nell’accesso ad un lavoro dignitoso.

Per quel che riguarda la politica degli sgravi contributivi per le nuove assunzioni, se essa si è manifestata inutile nel suo complesso, per i giovani si è addirittura rivelata dannosa, escludendoli ulteriormente dal mercato del lavoro e penalizzando in modo evidente soprattutto i più deboli all’interno della stessa fascia giovanile. Inoltre, la mancata implementazione della cosiddetta seconda gamba del Jobs Act, quella che doveva costruire un sistema di politiche attive adeguato nel nostro Paese, ha ulteriormente accresciuto le difficoltà di coloro che hanno maggior bisogno di attivazione, orientamento e formazione per mettersi alla ricerca di un lavoro.

Un giovane su quattro sotto i 29 anni non ha oggi l’opportunità di studiare, lavorare o fare un corso di formazione e si trova disoccupato e scoraggiato di fronte ad una situazione che percepisce impossibile da modificare.

Per far fronte a questa emergenza servono politiche di sviluppo, investimenti, interventi strutturali e strategici. Occorre dunque un vero e proprio “PIANO STRAORDINARIO PER L’OCCUPAZIONE GIOVANILE E FEMMINILE” che affronti il carattere strutturale e di lungo periodo della crisi.