Il lavoro torna ad essere un tema centrale nel dibattito pubblico. I dati sull’occupazione rimangono sconfortanti e la nostra generazione non sembra poter immaginare un futuro in Italia. Da qui l’esigenza di dire la nostra con una campagna che dia voce ai bisogni degli studenti, alla nostra voglia di diritti. Parte, con un blitz di questa notte a Montecitorio, la campagna Vogliamo diritti! In bilico tra studio e lavoro, oltre precarietà e sfruttamento.

Dichiara Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Universitari: “Gli studenti universitari sono tra le figure che, durante e dopo gli studi, più sopportano il peso delle politiche che hanno precarizzato il lavoro, della liberalizzazione selvaggia dei voucher, di un tessuto imprenditoriale incapace di valorizzare soggetti altamente formati. E’ necessario agire sul mercato del lavoro, a partire da quegli aspetti che più ci riguardano come universitari: tutelare gli studenti lavoratori e i tirocinanti, innovare la didattica, pensare ad una formazione terziaria professionalizzante veramente utile, aprire l’accesso alle professioni sono solo alcuni degli elementi di cambiamento per cui ci battiamo. Di fronte allo smantellamento del diritto allo studio e al fallimento del Jobs Act, la nostra campagna vuole sconfiggere la rassegnazione e mettere in cima all’agenda politica l’occupazione dei giovani e la transizione dall’educazione al mondo del lavoro”.

Giammarco Manfreda, coordinatore della Rete degli Studenti Medi continua: “ Sono migliaia i casi di studenti che frequentano le nostre scuole e che sono costretti a cercare lavori, spesso nel periodo estivo, che permettano loro di continuare il percorso di studi. Lavori contrassegnati dalla precarietà e dallo sfruttamento. Siamo estremamente convinti che il mondo della formazione non debba essere rivolto solo ed esclusivamente alla preparazione asettica di quelli che saranno i lavoratori del domani, ma che il mondo dell’istruzione e quello del lavoro debbano trovare una sinergia fondata sulla centralità dell’apprendimento e sulla garanzia che questi percorsi siano stabili e tutelati sotto ogni punto di vista. Strumenti come l’Alternanza scuola lavoro possono essere utili se usati correttamente, ma il funzionamento attuale di questo modello è solo la controprova di come la contaminazione tra scuola e lavoro sia intesa unilateralmente, basata sulle logiche dell’imprenditoria e del profitto, senza una reale attenzione rispetto alle competenze acquisite dalle studentesse e dagli studenti. Troppo spesso infatti, anche le stesse scelte che compiamo nel nostro percorso di formazione sono ormai assoggettate alle logiche del mercato del lavoro alla rincorsa di sicurezze in termini di occupabilità. Vogliamo diritti come studenti di oggi e lavoratori di domani, vogliamo avere la possibilità di guardare al futuro con speranza e non con paura.”

Proseguono Manfreda e Marchetti: “Con questa campagna, inoltre, vogliamo anche sostenere i Sì ai referendum su voucher ed appalti. Questi temi ci toccano da vicino, riguardano il nostro presente ed il nostro futuro. Il nostro presente: perché la maggior parte degli studenti lavoratori è pagata proprio tramite voucher, uno strumento che non garantisce alcun diritto, ma che ogni volta siamo costretti ad accettare perché l’alternativa è il nero o la perdita del posto; perché la maggior parte dei servizi nelle nostre scuole ed università sono appaltati e vediamo le conseguenze negative sui lavoratori e sulla qualità dei servizi. Riguardano il nostro futuro, in quanto, anche senza il quesito sull'articolo 18, rimangono due passi determinanti per ritornare a costruire un modello di mondo del lavoro che metta al centro diritti e tutele, che sappia fare della stabilità una risorsa per i lavoratori e i giovani, come noi, che cercano una strada per emanciparsi e realizzarsi”.

Concludono i due coordinatori nazionali: “Da oggi parte un percorso per far sì che tutte quelle esperienze a cavallo tra formazione e lavoro rappresentino una vera opportunità per noi studenti, per spezzare le catene della precarietà e dello sfruttamento, per una nuova concezione dei diritti. Il messaggio della nostra generazione è dato dalla determinazione a superare la nostra condizione di precarietà, durante, dopo e grazie agli studi. Vogliamo diritti!”