L’Assemblea generale della Cgil, riunitasi il 23 e 24 luglio a Roma, presso la sede nazionale della Confederazione, ha approvato con 2 voti contrari e 4 astenuti il documento conclusivo che riportiamo di seguito.


L’Assemblea generale della Cgil condivide la relazione del Segretario generale, e assume i contributi delle compagne e dei compagni.
In continuità con la stagione referendaria – che ha visto una straordinaria partecipazione dei giovani e delle donne, e le cui ragioni sono state confermate anche dalla Consulta, che ha dichiarato incostituzionale il “tetto” di sei mensilità imposto all’indennità risarcitoria per i licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese – l’Assemblea generale stabilisce un articolato percorso di mobilitazione, di sindacalizzazione e di contrattazione nei luoghi di lavoro e nei territori che – oltre a portare avanti i temi oggetto del referendum sia sul lavoro che sulla cittadinanza, a cominciare dal contrasto alle politiche regressive e controproducenti del governo sull’immigrazione – si ponga l’obiettivo di aumentare i salari e le pensioni, di garantire il servizio sanitario nazionale e la conoscenza, di superare le condizioni di solitudine, povertà ed emarginazione sociale in cui versa una parte sempre più ampia della nostra società.

Un percorso di mobilitazione che punta a sostenere un’agenda sociale che anticipi le nostre priorità in vista della legge di bilancio, rendendo chiara e visibile la possibile alternativa alle politiche portate avanti dal governo, da coniugare con il rilancio delle nostre iniziative per la promozione della pace, del No al riarmo, del cessate il fuoco in tutti i teatri di conflitto, a partire da Gaza dove sono in corso gravissime violazioni del diritto umanitario e internazionale da parte del governo di Israele, che sta commettendo un massacro sistematico e senza precedenti non solo con le bombe ma anche affamando la popolazione civile.

A tal fine, aderiamo e parteciperemo alla Marcia Perugia-Assisi per la Pace e la Fraternità del prossimo 12 ottobre, di cui condividiamo la piattaforma di contrasto alla guerra, alle diseguaglianze sociali, allo sfruttamento.

Contemporaneamente, l’Assemblea generale impegna tutta l’organizzazione ad avviare un percorso, a partire dalle campagne già attivate, di mobilitazione e di vertenzialità diffusa – a livello nazionale, territoriale e aziendale – sulle priorità economiche e sociali, che per la nostra Organizzazione sono:
• redditi (salari, rinnovi dei Ccnl, pensioni);
• giustizia fiscale;
• stato sociale e diritti delle persone (istruzione, sanità, non autosufficienza, casa, previdenza, politiche demografiche);
• politiche industriali, infrastrutture, PNRR, investimenti, appalti, salute e sicurezza, contrasto alla precarietà;
• Mezzogiorno.

A tal fine, l’Assemblea generale impegna tutte le strutture a programmare una campagna certificata di assemblee in tutti i luoghi di lavoro e di iniziative nei territori, coinvolgendo – a partire dalla Via Maestra – le associazioni, i soggetti, le attiviste e gli attivisti delle seconde generazioni, i comitati e le reti che hanno partecipato alla campagna referendaria.

Campagna di assemblee e di iniziative che culminerà in una manifestazione nazionale da tenersi a Roma nel mese di ottobre a sostegno di un’altra agenda sociale.

L’Assemblea generale considera importante l’avvio del confronto Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, da allargare a tutte le altre associazioni datoriali, per mettere al centro i temi della rappresentanza, della salute e sicurezza, dei rinnovi dei Ccnl per un effettivo incremento dei salari, della semplificazione dei perimetri contrattuali e delle politiche industriali.

Considerata la portata dei temi, che oltrepassa i confini nazionali, la nostra iniziativa deve avere inevitabilmente una dimensione internazionale, a partire da quella europea, attraverso il coinvolgimento della CES e degli altri sindacati del Vecchio Continente nella battaglia contro il ritorno delle politiche di austerità e il piano di riarmo; in difesa dei fondi di coesione, della Pac, del green deal, del pilastro sociale; a sostegno di politiche europee espansive alimentate da risorse comuni, sul modello NextGenerationEU (eurobond), per finanziare una strategia di investimenti e politiche industriali comuni; e individuando tutti i dispositivi necessari – blocco dei licenziamenti, contrasto alle delocalizzazioni, strumenti finanziari come il fondo Sure – per difendere il lavoro, sostenere il reddito e tutelare il sistema produttivo e industriale, minacciati dalla guerra commerciale scatenata dall’Amministrazione americana, che rischia di acuirsi ulteriormente.

In coerenza con le scelte già assunte e con i mandati ricevuti dall’Assemblea organizzativa e dal Congresso, l’Assemblea generale impegna tutta l’organizzazione a riprendere e finalizzare il processo di cambiamento della Cgil, sempre più necessario e urgente, che deve ambire a rafforzare il nostro modello di sindacato generale, fondato su rappresentanza, democrazia, contrattazione.

All’inizio di settembre, a partire dall’attività finora svolta dai gruppi di lavoro precedentemente costituiti su risorse e perimetri/rappresentanza, sarà stabilito un apposito calendario di riunioni per definire le proposte conseguenti.

Sarà poi fissato un primo momento di verifica con i Segretari generali entro ottobre, in modo da riconvocare nel mese di novembre l’Assemblea generale della Cgil, che valuterà i risultati di questo lavoro e assumerà le decisioni attuative conseguenti.

Sempre entro il mese di settembre, la Segreteria e la Presidente della commissione per il Programma fondamentale della Cgil, in occasione dell’elezione dei componenti, proporranno all’Assemblea generale sia i contenuti e gli obiettivi del mandato da affidare alla commissione, sia i tempi e le forme di un percorso partecipato – che coinvolga tutta l’Organizzazione, a partire dalle iscritte e dagli iscritti, e che sia aperto al confronto e all’interlocuzione con le forze sociali, politiche, culturali – per la ridefinizione del Programma fondamentale, cui dedicare una Conferenza programmatica da tenersi nel 2026.

L’anno prossimo ricorreranno i 120 anni della Cgil e il centenario della nascita di Bruno Trentin, appuntamenti che devono andare oltre le pur doverose celebrazioni, ed essere inseriti nel percorso di elaborazione, di iniziativa e di cambiamento che coinvolgerà l’organizzazione.

Nel 2026, con ogni probabilità, si terrà anche il referendum confermativo sulla controriforma costituzionale Nordio. Un appuntamento elettorale che dovrà vedere l’impegno della Cgil nel contrasto a un disegno che, se venisse portato a termine, comprometterebbe l’equilibrio e il bilanciamento dei poteri previsti dalla nostra Costituzione.

Infine, nel rispetto delle regole statutarie, il prossimo Congresso della Cgil sarà avviato nella seconda metà del 2026, con la delibera dell’Assemblea generale di approvazione del regolamento congressuale, e si concluderà nel 2027. In ogni caso, la fase conclusiva – che indicativamente riguarderà i centri regolatori – si terrà nel 2027 successivamente alle elezioni politiche, in occasione delle quali la nostra organizzazione dovrà dare il suo contributo autonomo per coinvolgere e spingere le lavoratrici, i lavoratori, le pensionate, i pensionati, le giovani e i giovani alla più ampia partecipazione democratica.

Tutto questo va portato avanti contestualmente alle vertenze territoriali, a quelle per i rinnovi dei Ccnl e per le crisi aziendali, che stanno diventando sempre più numerose, nonché alle iniziative che – aprendo un confronto con Cisl e Uil – saranno definite alla luce delle scelte contenute nella prossima legge di bilancio.


Si tratta di un programma certamente ambizioso e impegnativo, ma assolutamente necessario e urgente per mettere la nostra organizzazione – in un tempo in cui, sia a livello internazionale che nazionale, sono in gioco la pace, la convivenza, i diritti fondamentali delle persone che rappresentiamo – nelle condizioni di fare fino in fondo la propria parte per conquistare un altro modello di sviluppo socialmente e ambientalmente sostenibile.

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