Premessa
La CGIL accoglie positivamente l’impianto generale della proposta di modifica al Regolamento (UE) 2021/691, che introduce elementi di innovazione e di rafforzamento del Fondo Europeo di Adeguamento alla Globalizzazione. Il testo rappresenta un passo significativo verso una maggiore efficacia degli strumenti europei di sostegno ai lavoratori coinvolti in processi di ristrutturazione.
Punti di forza
• L’estensione del campo di applicazione del FEG anche ai lavoratori la cui espulsione dal lavoro è imminente costituisce un importante avanzamento in termini di tempestività e capacità di intervento.
• La possibilità di accesso al sostegno è garantita indipendentemente dal tipo e dalla durata del contratto di lavoro, includendo quindi anche lavoratori autonomi e atipici.
Il divieto di introdurre criteri discrezionali da parte degli Stati membri rispetto alla selezione dei beneficiari assicura trasparenza e uniformità applicativa.
• È condivisibile l’obiettivo esplicito di sostenere il reinserimento in occupazioni dignitose e sostenibili, con particolare attenzione alle categorie più svantaggiate.
• Positiva la previsione che consente, a titolo eccezionale, la presentazione di domande collettive anche da parte di reti di piccole e medie imprese operanti in settori diversi ma in aree geografiche omogenee.
Criticità e osservazioni
• Si evidenzia la necessità di assicurare piena coerenza con la normativa nazionale, in particolare per quanto riguarda la compatibilità con gli ammortizzatori sociali in deroga (AASS) e le causali di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS), nei casi in cui l’identificazione certa degli esuberi avviene solo ex post.
• Appare centrale rafforzare la partecipazione delle organizzazioni sindacali nei processi di individuazione degli ambiti di crisi, nella definizione dei pacchetti di misure e nella governance complessiva del Fondo, elemento oggi del tutto assente.
• L’esclusione strutturale di indennità e misure di sostegno al reddito, pur nel rispetto della natura del FEG come strumento di politica attiva, rischia di limitarne l’efficacia nei contesti in cui l’urgenza e la gravità delle crisi richiedono un intervento più ampio.
• Il carattere una tantum del fondo, unito al tetto annuo invariato di spesa, pone un limite alla capacità di risposta sistemica, soprattutto nei casi di crisi complesse o multisettoriali.
• Il meccanismo di cofinanziamento da parte delle imprese può rappresentare un ostacolo concreto alla fruizione del fondo, soprattutto per le realtà imprenditoriali minori o maggiormente in difficoltà.
• Si segnala il rischio di frammentazione nella gestione dei fondi e degli interventi, in assenza di un chiaro coordinamento tra istituzioni competenti a livello nazionale e regionale.
Proposte operative
• Si auspica una integrazione del FEG in un quadro organico di strumenti per la gestione delle transizioni, che coinvolga tutti i lavoratori colpiti da crisi, inclusi quelli dell’indotto, degli appalti, dei subappalti e delle forme di lavoro nonstandard.
• In tale prospettiva, si propone il riconoscimento formale dell’impresa non solo come datore di lavoro diretto, ma anche come utilizzatrice o committente, al fine di costruire un perimetro più ampio e realistico dei lavoratori coinvolti.
• Si invita a promuovere la coordinazione tra MLPS e MIMIT attraverso un’unica sede di gestione delle crisi, incaricata di integrare strumenti e fondi nazionali e comunitari.
• L’obiettivo strategico deve essere l’attuazione di un modello multilivello e partecipato, in cui le organizzazioni sindacali possano contribuire attivamente alla costruzione delle soluzioni, assicurando una governance condivisa delle crisi.
Conclusioni
La CGIL considera il rafforzamento del FEG una misura opportuna, ma da integrare in una più ampia strategia europea e nazionale per la tutela dei lavoratori in transizione. In tale direzione, auspichiamo che le istituzioni competenti accolgano le proposte qui formulate, al fine di rendere il fondo uno strumento realmente inclusivo, efficace e orientato a garantire il diritto al lavoro in tutte le sue forme.

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