Il 10 febbraio i lavoratori dell'Ilva degli stabilimenti di Taranto, Racconigi, Novi Ligure, Marghera, e dell'indotto hanno incrociato le braccia per quattro ore. Lo sciopero, proclamato unitariamente da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm per rivendicare il mantenimento dell'integrità del Gruppo e degli attuali livelli occupazionali, è stato indetto in concomitanza con il termine ultimo per la presentazione delle manifestazioni di interesse per l'azienda siderurgica in amministrazione controllata che occupa oltre 20mila persone. Straordinaria l'adesione registrata.
A Taranto si è tenuta una manifestazione molto partecipata, che ha visto sfilare per la città lavoratori, cittadini, istituzioni locali e una delegazione di Confindustria. Al termine del grande corteo le organizzazioni sindacali hanno consegnato al Prefetto un documento con le rivendicazioni e la richiesta indirizzata al presidente del Consiglio Matteo Renzi di un incontro urgente. Lo sciopero arriva dopo la grande mobilitazione dei lavoratori di Genova che a gennaio ha bloccato il capoluogo ligure per giorni. Una lotta che ha portato all'importante risultato della conferma dell'Accordo di programma siglato nel 2015 per la tutela del futuro produttivo dello stabilimento di Cornigliano, la definizione dell'occupazione del sito e a garanzia del reddito dei dipendenti (passaggio dal 60% al 70% dell'integrazione salariale nei contratti di solidarietà, previsione estesa a tutti i lavoratori grazie all'inserimento nel Decreto Milleproroghe, in esame al Senato). Nell'incontro del 4 febbraio presso il Ministero dello Sviluppo Economico, infatti, il Governo si è impegnato a garantire l'applicazione dell'Accordo attraverso l'inserimento di quest'ultimo tra le condizioni di vendita del Gruppo. Sarebbero 29 le proposte per l'acquisto o l'affitto degli asset Ilva presentate. Per la loro valutazione, la fase di due diligence, la presentazione delle offerte vincolanti (entro il 15 aprile), la trattativa e, infine, la decisione vera e propria c'è tempo fino al 30 giugno, data entro cui per legge andrà completata l'intera procedura. L'apertura delle buste ha confermato le manifestazioni di interesse del Gruppo Marcegaglia e della Cassa Depositi e Prestiti, e tra i soggetti interessati a società o asset parziali del Gruppo vi sarebbero anche leader europei e globali del settore siderurgico come gli italiani del gruppo Arvedi e il colosso franco indiano Arcelor Mittal. Tra gli altri, il centro servizi della provincia di Lecco Eusider e la società di trading italo svizzera Trasteel.Ilva: sciopero per il futuro
11 febbraio 2016 • 12:20