Mercoledì 1 giugno, presso la sala Santi della CGIL Nazionale, si è tenuto il seminario “Le tutele del lavoro per le persone ristrette in carcere”.
L’esigenza di questa iniziativa nasce, all’interno del nostro ragionamento complessivo su come viene garantito e gestito il lavoro penitenziario, sia infra che extramurario, e su quali tutele e diritti vengano rispettati e garantiti, come nel caso del mancato riconoscimento della Naspi ai lavoratori ristretti da parte dell’Inps, che ci ha visto, per questo, promuovere una intensa attività vertenziale in molti territori e insieme ai patronati Inca.
Il susseguirsi di esiti positivi dei ricorsi presentati, oltre a motivare il proseguire del cammino intrapreso, ci ha spinto a coinvolgere nel seminario Luca Sabatini Direttore della D.G. Ammortizzatori Sociali INPS e Romolo De Camillis responsabile della Direzione Generale dei Rapporti di lavoro e delle relazioni industriali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. E’ stata, pertanto, questa l’occasione per presentare loro le nostre richieste, e chiedere un loro fattivo impegno per ottenere quanto dovuto ai lavoratori, senza percorrere sempre la via vertenziale che, oltre al dispendio di tempo, risulta un aggravio di costi per l’INPS, che ogni volta si trova anche a dover sostenere le spese del ricorso nonché quelle dovute dalla soccombenza.
Ovviamente, per questo, c’è bisogno di superare il messaggio INPS 909/19, in virtù del quale le diverse strutture e comitati amministratori INPS continuano a porre il diniego al riconoscimento.
Abbiamo poi evidenziato in modo particolare la consistenza delle ragioni con le quali i diversi tribunali ordinari delle sezioni lavoro hanno visto i giudici dare ragione ai ricorrenti e la necessità di dover fornire risposte coerenti con tali esiti.
L’intervento del Dott. De Camillis, a fronte sia dei contributi forniti sul tema del diritto al riconoscimento del diritto all’ammortizzatore sociale per disoccupazione, NASpI, rappresentati dalle relazioni introduttive, dai contributi dei territori, nonché dalla rappresentazione fatta sul tema da parte del Dott. Sabatini, che ha sostanzialmente riconosciuto le ragioni di tale diritto, ha contribuito in maniera importante nel provare a delineare alcune possibili soluzioni.
Il Dott. De Camillis ha, in premessa, condiviso la necessità di costituire nel breve un gruppo di lavoro composto da rappresentanze dell’INPS, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e del Ministero di Giustizia che provi a confrontarsi su due possibili piste di lavoro.
Ha poi disegnato due diverse possibilità. La prima, quella di valutare una soluzione in via amministrativa, con la produzione di una circolare atta a informare circa le ragioni a sostegno degli orientamenti positivi al fine del riconoscimento di tale diritto in modo da poter governare in modo univoco le richieste di tali prestazioni avanzate da detenuti o ex detenuti.
La seconda, di carattere più politico, è quella di valutare la possibilità di costruire una norma di legge “secca”, ovvero specifica su tale condizione, da proporre in sede di Governo e da incardinare in occasione del primo provvedimento utile che si rappresentasse per la creazione di un Decreto-legge o in sede di conversione di un prossimo Decreto-legge.
De Camillis, della disponibilità rappresentata del provare a dare positiva soluzione a tale questione, ha detto che riferirà puntualmente al segretario generale del Ministero nonché al Ministro stesso. Del coinvolgimento del Ministero abbiamo avuto concreta conferma nel pomeriggio stesso, per il tramite del Responsabile della Segreteria del Ministro.
Visto l’esito positivo dell’iniziativa, gli impegni presi dai nostri interlocutori istituzionali, sollecitiamo tutte le strutture a promuovere e proseguire con l’azione vertenziale, che, oggi più che mai, rafforza la nostra iniziativa, e può essere stimolo per concretizzare in tempi brevi gli impegni assunti da parte delle Istituzioni.

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