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Roma, 10 luglio - “Un intervento non decisivo per contrastare lo sfruttamento e l’intermediazione illecità negli appalti privati. Serve molto di più”. Così il responsabile appalti Cgil nazionale, Alessandro Genovesi, commenta l’emendamento inserito “a sorpresa” nel decreto Infrastrutture che prevede l'istituzione di nuovo strumento cosiddetto ‘Cruscotto della Logistica’’, e osserva: “Non è assolutamente chiaro chi avrà la responsabilità di gestire una banca dati così complessa, e non si comprende quale ruolo dovrà avere Sviluppo Lavoro Italia S.p.A.”.
“Per sradicare il sistema di appalti irregolari nel settore privato, dal settore della logistica ai molti settori della manifattura, serve molto di più. Occorrono - sottolinea Genovesi - nuove politiche industriali e un sistema di relazioni industriali che attuino azioni di qualificazione della filiera dei fornitori a partire dall’applicazione puntuale dell’art.42 del CCNL Logistica, trasporto merci e spedizione”.
Secondo il dirigente sindacale: “Se siamo arrivati a questa drammatica situazione nelle filiere degli appalti, non è perché manca la trasparenza, ma soprattutto perché chi appalta vuole ridurre i costi al massimo, troppo spesso oltre il lecito, puntando a scaricare rischi e responsabilità ‘a valle’”. “Per questo - prosegue - serve una visione d'insieme del fenomeno, con modifiche delle norme per favorire l'internalizzazione dei lavori e servizi nelle aziende principali, con lo sviluppo di metodi di controllo delle modalità di lavoro, a partire dalla formazione per la sicurezza e gli orari di lavoro, collegati, questo sì, alla trasparenza della verifica della regolarità fiscale e contributiva, perché i diritti non sono appaltabili”.
“Inoltre - aggiunge Genovesi - riteniamo sbagliato il metodo nell'inserimento di un emendamento preconfezionato nel decreto (omnibus) Infrastrutture senza un confronto anticipato con le organizzazioni sindacali che rappresentano i lavoratori, che sottoscrivono i contratti collettivi e i protocolli di filiera e legalità”.
“Per promuovere e sostenere un mercato con regole chiare e che tutelino le molte imprese che vogliono competere correttamente servono - conclude il responsabile appalti Cgil nazionale - politiche molto più coraggiose e responsabili”.