Nei giorni scorsi l’Unione Europea ha reso nota una comunicazione “Orientamenti per l'interpretazione della direttiva 2000/59/CE relativa agli impianti portuali di raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi e i residui del carico”, pubblicata sulla GUUE dell'1/04/2016, in merito alla disciplina comunitaria in materia di rifiuti prodotti da navi. Le indicazioni UE offrono una lettura restrittiva della direttiva 2000/59/CE, finalizzata all’allineamento della legislazione europea alla convenzione internazionale “MARPOL”. La comunicazione è orientata a ridurre la quantità dei rifiuti scaricabili in mare, aumentando il numero di navi sottoposte al regime di conferimento dei residui in impianti portuali.Nello specifico, oggetto degli orientamenti in parola, le disposizioni dell’articolo 7 della direttiva (recepita in Italia con dlgs 182/2003) a mente delle quali le navi che approdano in porti comunitari devono conferire i rifiuti prodotti a impianti portuali di raccolta prima di ripartire, con possibilità di procedere (in deroga) verso il successivo porto di scalo solo qualora dotate di capacità di stoccaggio sufficiente e sempre che la destinazione sia nota e fornita di impianti adeguati.In tale contesto, si escludono dal conferimento le acque reflue delle navi, per le quali la convezione MARPOL non consente automatico scarico in mare. Per quanto concerne, invece, il differimento dello stoccaggio, questo è da valutarsi attentamente considerando le diverse tipologie di rifiuti, le condizioni statiche e dinamiche e l’eventuale possibilità di riciclo. Inoltre, per le navi in deroga, la valutazione è da effettuarsi in modo restrittivo per “navi in servizio di linea con scali frequenti e regolari”. Infine, i rifiuti connessi alle riparazioni dei natanti presso le banchine non dovrebbero essere considerati “rifiuti prodotti da navi”. Di conseguenza la loro gestione spetterà congiuntamente a nave e cantiere di riparazione, nel rispetto delle prescrizioni previste per conferimento e trattamento di rifiuti della normativa UE (2008/98/CE, attuata con dlgs 152/2006).Ci auspichiamo che il nostro governo prenda atto delle comunicazioni dell’Unione Europea, recependo con tempestività tali indicazioni ed allineando il nostro quadro legislativo alla convenzione internazionale “MARPOL”. L’obiettivo è quello di ridurre gli scarichi in mare dei rifiuti prodotti dalle navi e dei residui del carico, rafforzando in tal modo la protezione dell’ambiente marino. Inoltre tale direttiva è uno strumento fondamentale affinché i trasporti marittimi siano più ecologici, come enunciato nella comunicazione della Commissione dal titolo «Obiettivi strategici e raccomandazioni per la politica UE dei trasporti marittimi fino al 2018”, che annovera fra le sue raccomandazioni un obiettivo a lungo termine «zero rifiuti, zero emissioni”. La direttiva è anche il principale strumento giuridico dell’UE per ridurre i rifiuti marini provenienti da fonti marittime, in linea con il 7ª programma di azione per l’ambiente e gli impegni internazionali assunti dall’UE e dai suoi Stati membri.