Roma, 27 gennaio - “Un’occasione persa rispetto all’urgenza di una riforma della disciplina sull’equo compenso delle prestazioni professionali, che anche noi da tempo rivendichiamo con forza”. Così Cgil nazionale, Apiqa e NIdiL commentano l'approvazione alla Camera della legge che definiscono “insufficiente e iniqua” e che ora passa all’esame del Senato.

“La legge - sottolineano Cgil, Apiqa, NIdiL - si riferisce solo ai rapporti di lavoro con grandi committenti (banche, assicurazioni…) e con le Pubbliche Amministrazioni, limitando nei fatti la platea dei lavoratori autonomi coperti”. “Una norma - aggiungono - che divide fra professioni ordinistiche e non, invece che garantire pari diritti. Una legge poi che paradossalmente sanziona chi vorrebbe tutelare, poiché attribuisce ai professionisti ordinisti una sanzione disciplinare in caso di accettazione di un compenso sotto soglia, pur essendo il professionista in posizione di debolezza rispetto al committente”.

“É necessario arrivare ad una legge che tuteli tutti i professionisti autonomi, che garantisca loro riconoscimento e rappresentanza, e sulla base di queste rivendicazioni continueremo il nostro impegno per arrivare - concludono Cgil, Apiqa e NIdiL - a norme coerenti con la necessità di dare le giuste risposte a un mondo spesso trascurato”.