Roma, 27 giugno - “La sentenza della Corte Suprema Usa che, dopo cinquanta anni, cancella, di fatto, il diritto costituzionale all’aborto, è una decisione che reputiamo grave e lesiva del diritto delle donne a decidere in piena libertà del proprio corpo”. E’ quanto si legge in un comunicato della segreteria nazionale della Cgil.
 
“Sappiamo cosa è significato e cosa significherà - prosegue il comunicato - impedire le interruzioni di gravidanza legali: aborti clandestini praticati senza alcun riguardo nei confronti della salute e della sicurezza delle donne e occasioni di guadagno, a discapito delle stesse, da parte di chi praticherà l’aborto in modo illegale. Come sempre, a pagare il prezzo più caro saranno le donne e lavoratrici più povere, coloro che vivono nei contesti più svantaggiati, e questo costituirà un’ulteriore causa di disuguaglianze sociali. Che questa regressione culturale avvenga in un contesto dove vige un’assurda liberalizzazione nella vendita delle armi che determina, ogni anno, sanguinosi massacri nelle scuole, ci lascia ancora più interdetti”.
 
“Questa scelta - conclude il comunicato - riporta indietro il mondo di cinquant’anni; la battaglia condotta dalle donne, anche nel nostro Paese, per rendere legale l’aborto è stata una battaglia di civiltà dalla quale non accetteremo mai di tornare indietro. Per questa ragione la Cgil è accanto alle donne statunitensi nella loro necessaria e giusta contestazione per ripristinare il diritto imprescindibile all’autodeterminazione e, quindi, alla libertà di scelta e continuerà a battersi per la piena attuazione della Legge 194”.