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CGIL, CISL, UIL e Confindustria hanno sottoscritto un documento di intenti sulla formazione per la crescita economica e l’occupazione giovanile.Lo scopo immediato del documento è far uscire la scuola, l’università e la formazione professionale dalla scarsa considerazione in cui sono state tenute anche nella campagna elettorale, per portarle al cuore del dibattito politico e indicare soluzioni praticabili e condivise.
L’obiettivo principale, in vista della prossima legislatura, è di realizzare la convergenza e il consenso sociale necessari a incrementare gli investimenti nella conoscenza e a potenziare e qualificare la formazione per il lavoro e lo sviluppo.Gli indirizzi indicati, che potranno essere ulteriormente approfonditi e articolati in successivi accordi, sono finalizzati a promuovere l’innovazione nel sistema produttivo e la buona occupazione attraverso l’innalzamento dei livelli di istruzione e formazione dei giovani e la diffusione della formazione permanente dei lavoratori.
Favorire la crescita delle competenze dei giovani, potenziare le capacità del sistema produttivo di impiegare giovani qualificati, ridurre il mismatch tra domanda ed offerta di lavoro, far crescere l’interazione tra sistema formativo e sistema produttivo, potenziare e diffondere l’alternanza scuola-lavoro: questi i punti chiave del documento.Le proposte avanzate riguardano:
• orientamento e tirocini, costruzione del sistema nazionale dell’orientamento permanente e diffusione dei tirocini durante i percorsi formativi;
• rilancio dell’Istruzione Tecnica e Professionale anche attraverso una razionalizzazione della filiera tecnica e professionale;
• valorizzazione della funzione docente;
• promozione dei poli tecnico-professionali in relazione a piani di sviluppo territoriali e/o settoriali;
• sviluppo degli Istituti Tecnici Superiori nel quadro di una valutazione della qualità dell’offerta e degli esiti occupazionali;
• diffusione e realizzazione di esperienze innovative di alternanza scuola-lavoro;
• riconoscimento delle competenze comunque acquisite attraverso la costruzione del sistema nazionale di certificazione delle competenze e l’azione delle Parti Sociali;
• diffusione dell’apprendistato e valorizzazione della sua componente formativa anche attraverso il non computo nel patto di stabilità interno degli stanziamenti pubblici per l’apprendistato post obbligo di istruzione;
• promozione dell’apprendistato di alta formazione, in particolare per favorire l’assunzione nelle piccole e medie imprese di laureati e ricercatori;
• utilizzo dei Fondi Interprofessionali nel quadro del sistema dell’apprendimento permanente per il sostegno all’innovazione produttiva e la crescita professionale dei lavoratori anche con iniziative rivolte ai giovani e agli apprendisti.
Il Documento, infine, indica come strategico lo sviluppo sul territorio di reti tra scuola, università e impresa per il miglioramento della ricerca industriale e delle competenze. Siamo quindi di fronte ad una presa di posizione forte delle principali parti sociali del paese che si rivolgono alla politica e al futuro governo per realizzare quanto proposto. Non sfuggono i passi avanti compiuti su alcuni temi quali il riconoscimento delle competenze comunque acquisite (Confindustria aveva chiesto di cancellare gli articoli in materia della legge Fornero) o la convergenza nella valorizzazione dell’apprendistato post obbligo di istruzione o, ancora, la sottolineatura della necessità di utilizzare i Fondi Interprofessionali come gamba del sistema dell’apprendimento permanente. Inoltre diritto allo studio e centralità della scuola pubblica sono considerati fattori di sviluppo civile ed economico del paese.Occorre quindi dare seguito a questa prima convergenza di intenti anche promuovendo, come afferma il documento, il necessario cambiamento culturale per dare centralità al lavoro e alla formazione, a partire dalle titolarità proprie delle parti sociali.
→ testo dell'accordo