Roma, 18 marzo – “La moratoria parziale sui brevetti dei vaccini anti-Covid prevista dall’intesa tra Usa, Ue, India e Sudafrica è una novità, ma l’accordo, che per essere operativo dovrà essere approvato in sede di WTO da tutti i 164 Paesi aderenti, è insoddisfacente e tardivo. Occorre una misura generalizzata di sospensione dei brevetti che comprenda i vaccini, i kit diagnostici e i farmaci anti-Covid". È quanto dichiara il Comitato italiano della campagna europea 'Nessun profitto sulla pandemia', di cui la Cgil fa parte.

“La Commissione Europea – si ricorda nel comunicato stampa del Comitato – fino ad ora aveva rifiutato qualunque iniziativa finalizzata alla moratoria nonostante tre risoluzioni del Parlamento Europeo, siamo quindi indubbiamente di fronte a una novità”, che per i promotori della Campagna “è senza dubbio anche il risultato della mobilitazione della società civile di tutto il mondo”. 

“Tuttavia – si sottolinea – è un risultato in chiaroscuro: il chiaro è che dopo due anni l'Ue riconosce che i brevetti sono un problema e che impediscono la produzione e la diffusione dei vaccini in tutte le aree del mondo, soprattutto quelle più svantaggiate. Lo scuro è che in questo accordo si prevede la moratoria solo sui vaccini e non sui kit diagnostici e sui farmaci, come chiesto da quasi due anni da India e Sudafrica, come sottoscritto da oltre cento Paesi e sostenuto dalla nostra Campagna: questi aspetti cruciali e determinanti – si spiega infine – verrebbero rimandati ad un ipotetico futuro, a sei mesi dall'eventuale approvazione di questa piattaforma dal WTO". 

→ Per firmare online l’ICE eci.ec.europa.eu

→ il comunicato stampa del Comitato Italiano per l'Iniziativa dei Cittadini Europei “Diritto alla cura. Nessun profitto sulla pandemia”