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L'ISTAT ha diffuso i dati sulla povertà: nel 2015 si stima che le famiglie in condizione di povertà assoluta siano 1 milione e 582 mila (4 milioni e 598 mila individui), il numero più alto dal 2005 a oggi; quelle in condizione di povertà relativa 2 milioni 678 mila (8 milioni 307 mila individui).Le stime provengono dall’Indagine che rileva le spese sostenute dalle famiglie per il consumo familiare e classifica le famiglie in base all’incapacità di acquisire beni e servizi legati a bisogni primari, divisi in tre aree: alimentare, abitazione, residuale.Nell'ultima indagine sulla spesa delle famiglie la voce "abitazione, acqua, elettricità e altri combustibili", è risultata pari a 902,54 euro al mese. Questa spesa considera gli affitti figurativi, ma non la spesa pagata per il mutuo da oltre 3,2 milioni di famiglie, pari, in media, a 586,41 euro al mese, 636,00 nelle città metropolitane.Il costo dell'affitto medio risulta pari a 430,56 euro, 476,67 nelle città metropolitane. Il dato è sicuramente sottostimato rispetto ai reali valori di mercato: l'ISTAT, infatti, nella media considera anche il valore del canone degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, circa un milione, il cui valore medio e di 100 euro al mese.L'incidenza della spesa per l'abitazione sul totale della spesa, è pari in media al 36,1%; sale al 38,2% nelle famiglie composte da due persone, al 43,2% in quelle composte da una persona sola, al 48,6% se la persona sola ha più di 64 anni. Si attesta al 40% per le famiglie di stranieri ed al 42,7% se la famiglia risiede in un'area metropolitana.Le spese per l'abitazione (condominio, riscaldamento, gas, acqua, manutenzione ordinaria, elettricità, affitto, mutuo) risultano una delle voci principali del bilancio familiare. Le categorie di famiglie maggiormente interessate dal problema sono quelle del quinto di reddito più povero (nel 2014 il 29,2%, 1 milione e 505mila famiglie, sono state in arretrato con le spese per la casa) e, più in generale, quelle in affitto (27,6%, 1 milione e 320mila) e quelle gravate da un mutuo (14,8%, 561mila).Spesso è il sostegno economico dei familiari che permette di sostenere tali livelli di spesa, quando questi afferiscono a livelli reddituali bassi: l'assenza di un welfare pubblico, nell'ambito di una generale contrazione delle politiche sociali, hanno fatto si che a questo si sostituisse un “welfare familiare”, di sostegno nelle situazioni di particolare criticità.A conferma i dati della Banca d'Italia sui redditi e consumi delle famiglie: nel caso del primo quinto, quello più basso, le spese sono superiori ai redditi. Su un totale di 25 milioni 853 mila famiglie oltre 5 milioni hanno spese che superano la media del reddito disponibile.Una conseguenza drammatica dell'alto costo dell'abitazione per le famiglie è l'aumento di quelle che perdono la propria casa perché non riescono più a sostenere le spese di affitti e mutui.Negli ultimi tre anni sono stati eseguiti 100.000 provvedimenti di sfratto e sono state presentate oltre 400.00 richieste di esecuzione all'ufficiale giudiziario.È cresciuto il numero delle case all’asta (+5,4%), pignorate e messe sul mercato, soprattutto al Sud (+46,4%). Sono 30.215 le procedure in corso (28.672 a gennaio scorso). Secondo le rilevazioni, due terzi di queste ha un prezzo inferiore ai 100mila euro: verosimilmente si tratta di abitazioni riferite a fasce medio basse di popolazione che continuano a pagare il prezzo più alto della crisi.

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