Giuliana Natali (Castel d'Ario, Mantova, 1951)

Nel 1986 partecipa a “Figure dallo Sfondo 2. Magma 10 anni dopo”, al Palazzo dei Diamanti a Ferrara, a cura di Romana Loda.

Da allora l’attività dell’artista è sempre intensa, in alcuni casi a fianco di artisti storici come Enrico Baj, partecipando a “Baj e Company”, nel 1994, a Lerici e alla galleria Sapone di Nizza.

La sua esperienza artistica parte dalla pittura per arrivare presto alla scultura e all’installazione.

Come scultrice vince nel 2011 il Concorso di idee indetto dall’Ente Autostrade del Brennero, per la realizzazione di una scultura monumentale da collocare nella rotatoria del Casello Mantova Nord.

La sua arte sempre orientata verso concetti filosofici come l’ossimoro, si avvicina gradatamente ad un’astrazione di gusto orientale, geometrico, che ha origini dall’architettura. Si tratta di forme tridimensionali che contrastano con la leggerezza e la fragilità del materiale usato, la carta, che l’artista propone in forme traforate o altre in cui la carta è intrecciata come un tessuto.

Dal 2015 è la lana che viene utilizzata dall’artista come materia creativa. Sono opere tridimensionali in cui il filato prende forma da una rete metallica alla quale è intrecciato, come Maternità del 2015, le Madri del 2017, una serie di sculture di piccole dimensioni (2017/2018) e le più recenti, di grandi dimensioni, come Ritorno alle Origini, Sopravvivenza, Sesta Estinzione, Nuovo Eden, tutte del 2019, esposte insieme ad altre opere dello stesso periodo e precedenti, al Palazzo Ducale di Mantova.

Tra il 2016 e il 2017 riprende a pensare alla scultura in termini “classici” realizzando una serie di calchi di corpi femminili, decorati a pastello, con motivi arabescati appena visibili, le Korai. L’idea di abiti femminili privati del corpo che li indossa, nasce da una riflessione sui ripetuti episodi di violenza sulle donne da parte di uomini ai quali queste donne erano legate. Queste figure sono colte nell’atto di offrire qualcosa che non c’è: il proprio corpo. Il loro “offrirsi” è un gesto d’amore puramente spirituale.


Kore, 2017, calco in gesso decorato, 157x85x35 cm