Le richieste dei lavoratori per distribuire la prosperità alle persone e proteggere il pianeta

Nel 2020, i Capi di Stato e di governo del G20 si sono impegnati a "fare tutto il possibile per proteggere le vite umane". Il Covid-19 continua a mietere vittime mentre si perdono posti di lavoro e mezzi di sussistenza, colpendo in modo sproporzionato i più vulnerabili, e mentre le ambizioni climatiche rimangono disattese.

Nonostante i primi successi nello sviluppo dei vaccini contro il Covid-19, in molti paesi in via di sviluppo meno del 2% della popolazione è vaccinato. Il FMI ha individuato nelle persistenti disuguaglianze in materia di vaccini la più grande minaccia alla ripresa mondiale.

Il G20 deve agire urgentemente per garantire l'accesso universale ai vaccini, alle terapie e ai test contro il Covid-19 e fissare impegni per un piano di ripresa, modellato attraverso il dialogo sociale e un nuovo contratto sociale, con l’obiettivo di modello di sviluppo più giusto che investa in occupazione di qualità e rispettosa del clima grazie ad una giusta transizione, in una garanzia di base di diritti per tutti i lavoratori, anche in materia di salute e sicurezza sul lavoro, in servizi pubblici di qualità, e in uno spazio fiscale e di bilancio per sistemi strutturali e resilienti di protezione sociale universale, facendo uso a tal fine anche di un Fondo globale per la protezione sociale, nella parità di trattamento e di opportunità, e in economie inclusive per una piena e dignitosa occupazione.

La pandemia da Covid-19 ha rivelato le debolezze strutturali dell'economia globalizzata, la fragilità delle catene di fornitura globali e i danni duraturi causati da decenni di politiche che hanno spinto alla deregolamentazione e alla privatizzazione. Queste politiche hanno eroso la capacità dei governi di sostenere le persone, promuovere la piena occupazione e la dignità del lavoro e proteggere l'ambiente. Le misure di austerità hanno tagliato gli investimenti pubblici, eroso i servizi pubblici e ridotto le reti di sicurezza degli ammortizzatori sociali. Tale modello di globalizzazione, alimentato da una corsa al ribasso sui diritti, da condizioni disumanizzanti nelle catene di fornitura e da crescenti disuguaglianze, ha minato la fiducia nei governi.

Dall'inizio della pandemia, i pacchetti di misure di salvataggio, concentrati nelle economie avanzate, hanno fornito una necessaria ancora di salvezza. Tuttavia, solo una piccola parte di questi pacchetti è stata diretta ai lavoratori e molti paesi hanno iniziato a ridurre i sostegni. Per molti paesi, i rigidi vincoli fiscali e di bilancio hanno significato che, nonostante la crisi, si sia dovuto ridurre la spesa. Una rete di sicurezza finanziaria mondiale non adatta allo scopo, unitamente a un carico di debito crescente ed a misure inadeguate per affrontare le vulnerabilità del debito, sta peggiorando la crisi. L'UNCTAD ha stimato che i paesi in via di sviluppo saranno più poveri di 12.000 miliardi di dollari da oggi al 2025, con la continuazione del fallimento nella distribuzione dei vaccini e una distruzione addizionale di 1.500 miliardi di dollari di reddito.  

L'OIL prevede che i numeri dell'occupazione rimangano al di sotto dei livelli pre-pandemia fino al 2022. I lavoratori in prima linea hanno messo a rischio la loro vita, nonostante abbiano dovuto affrontare condizioni difficili, con la mancanza di adeguate protezioni per la salute e la sicurezza, il lavoro precario e i bassi salari. Le donne, i migranti, le minoranze razziali ed etniche e i giovani sono sovrarappresentati nei lavori a basso salario e del settore informale, spesso senza un'adeguata protezione sociale, mentre sono i più colpiti dal rallentamento delle attività economiche.  

La ripresa lenta e disomogenea dell'occupazione rischia di provocare cicatrici durature, una povertà crescente e un mondo che si allontana sempre di più dal raggiungimento degli impegni assunti per gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e l'Accordo di Parigi.  Una ripresa diseguale e fragile rischia di esacerbare le disuguaglianze all'interno e tra i paesi e di lasciare il mondo incapace di affrontare le sfide pressanti della crisi climatica e delle trasformazioni digitali, e di alimentare l'ascesa del populismo di estrema destra che costituisce una minaccia per le democrazie.  

Il dialogo sociale deve gettare le basi per una ripresa incentrata sull'uomo che possa riconquistare la fiducia, ridurre le disuguaglianze e realizzare una “transizione giusta” verso un'economia digitale e a zero emissioni di carbonio, realizzando le ambizioni stabilite dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e dall'Accordo di Parigi.   

Ai Capi di Stato e di governo del G20 chiediamo di agire con urgenza e di mantenere le promesse di contenere e mitigare la pandemia, e di impegnarsi a finanziare gli impegni per un piano globale di vaccinazione contro il Covid-19. Chiediamo ai Capi di Stato e di governo del G20 di: 

  • sostenere immediatamente la richiesta di una deroga TRIPS per sospendere temporaneamente i diritti di proprietà intellettuale per i vaccini, le terapie e i test contro il Covid-19, come proposto da India e Sudafrica all’OMC, in modo che la produzione possa essere incrementata con una riduzione dei costi;  
  • garantire l'accesso universale e l'equa distribuzione di vaccini, terapie e test, tramite un maggiore sostegno finanziario per il COVAX;  
  • riconoscere la SARS-COV-2 come un rischio professionale e il COVID-19 come una malattia professionale e fornire la vaccinazione e i test di massa, a partire dai lavoratori in prima linea.   

I Capi di Stato e di governo del G20 devono compiere i seguenti passi per costruire sulla base degli impegni dei Ministri del lavoro per un approccio incentrato sull'uomo e per una ripresa che possa offrire un lavoro dignitoso per tutti:  

  • presentare piani di ripresa per l'occupazione, dialogando con le parti sociali, per creare posti di lavoro di qualità e rispettosi del clima, sostenuti da un salario minimo vitale e dalla contrattazione collettiva, con una base di protezione del lavoro basata sui diritti fondamentali dell'OIL sul lavoro e sulla salute e sicurezza sul lavoro per tutti i lavoratori, al fine di creare condizioni di parità per tutti i lavori;
  • conseguire la piena occupazione tramite investimenti in politiche attive del mercato del lavoro per stimolare la creazione di posti di lavoro e porre fine all'approccio fallimentare dell'erosione dei diritti del lavoro e della frammentazione del rapporto di lavoro; promuovere la democratizzazione dei luoghi di lavoro tramite la contrattazione collettiva e il dialogo sociale e il diritto di associazione sindacale dei lavoratori, qualsiasi sia la forma di relazione di lavoro;  
  • dare voce ai lavoratori in tutte le fasi fondamentali delle decisioni strategiche sulla digitalizzazione del posto di lavoro, l'utilizzo di algoritmi ed intelligenza artificiale sul lavoro, rafforzando la trasparenza, la protezione e la proprietà dei dati dei dipendenti e la privacy, nonché verificando la gestione della sorveglianza e del monitoraggio;  
  • incoraggiare i paesi ad adottare un quadro di politica industriale per promuovere l'innovazione, anticipare la trasformazione settoriale e consentire una transizione verso un'economia a zero emissioni di carbonio e verso un’economia digitale, in conformità con le linee guida dell'OIL sulla transizione giusta;  
  • sostenere la creazione di nuove competenze e opportunità di apprendimento investendo nell'istruzione pubblica di qualità e nella formazione professionale e permanente, con particolare attenzione all'apprendistato e ai giovani, nonché operare con le parti sociali per garantire la formazione permanente;  
  • rispettare l'impegno della Dichiarazione del Centenario dell'ILO del 2019 di riconoscere alla sicurezza e alla salute sul lavoro lo statuto di diritto fondamentale del lavoro.   

I Capi di Stato e di governo del G20 devono dare il loro sostegno all’uguaglianza e contrastare la discriminazione con:

  • la realizzazione dell'impegno di creare per le donne posti di lavoro migliori e a parità di retribuzione, portando 100 milioni di donne nel mercato del lavoro entro il 2025 e lavorando ad una transizione dal lavoro informale a quello formale;  
  • la ratifica e l’applicazione effettiva della 190 dell'OIL sul porre fine alla violenza e alle molestie sul lavoro e del principio dell'OIL di "pari Convenzione salario per pari lavoro";  
  • l’aumento degli investimenti per garantire posti di lavoro di qualità nel settore sanitario e dell'assistenza e il sostegno al passaggio dei lavori di cura al settore formale;  
  • il conseguimento degli obiettivi 25-25 di Brisbane e degli obiettivi per la gioventù del G20 di Antalya, ampliando la portata degli indicatori qualitativi e quantitativi per misurare i progressi realizzati verso questi obiettivi;  
  • il rispetto degli impegni precedenti per garantire che i migranti godano di pari trattamento e la lotta al razzismo sul posto di lavoro e nella società;  
  • il sostegno a tirocini e apprendistato di qualità con il diritto a salari minimi adeguati e alla contrattazione collettiva, prestando attenzione all'inclusione di giovani, donne e altri gruppi che potrebbero subire discriminazioni;  
  • l’estensione della copertura della protezione sociale a coloro che non fanno parte dell'economia formale;  
  • la garanzia che i lavoratori delle piattaforme o del lavoro mediato da Internet siano correttamente classificati, garantiti dalla copertura delle leggi sul lavoro e dai contratti e che godano degli stessi diritti e tutele di tutti gli altri lavoratori. 

Per una ripresa inclusiva, resiliente e a favore del clima, i Capi di Stato e di governo del G20 devono abbandonare un quadro di austerità e assumere impegni in materia d’investimenti pubblici. Al fine di conseguire questi obiettivi, i Capi di Stato e di governo del G20 devono:  

  • sostenere la mobilitazione delle risorse nazionali per creare lo spazio fiscale e di bilancio necessario ai governi nazionali per effettuare gli indispensabili investimenti nelle persone e nelle infrastrutture;  
  • porre fine alle pratiche internazionali di evasione ed elusione fiscale e fissare un'imposta globale minima sulle imprese di almeno il 25%;  
  • introdurre misure di tassazione progressiva, quali un’aliquota minima di tassazione delle imprese, tasse sulle transazioni finanziarie, una tassazione efficace dell'economia digitale e imposte sul patrimonio per porre un freno all'aumento eccessivo della ricchezza a fronte della crescente povertà;  
  • contrastare la concentrazione del mercato e il potere monopolistico delle aziende tecnologiche e del commercio elettronico e porre un freno alle loro pratiche contrarie alla concorrenza che mettono sotto pressione al ribasso i lavoratori e i fornitori;  
  • investire in servizi pubblici di qualità e sostenere servizi sanitari, educativi e assistenziali gratuiti e universali, ivi compresi la salute mentale, l'assistenza agli anziani, l'assistenza all'infanzia e altri servizi di assistenza sociale;  
  • espandere il sistema di protezione sociale per conseguire la copertura universale e rafforzare i sistemi contributivi;•    esercitare un ruolo di guida per l'attuazione dell'Accordo di Parigi, fissando ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione nei  Contributi Nazionali alla Decarbonizzazione (NDC), investendo in settori che sostengono gli sforzi di decarbonizzazione e garantendo che tutti gli investimenti siano in linea con i diritti umani, gli standard ambientali, sociali e di gestione (ESG) e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite;  
  • applicare il quadro OIL per la transizione giusta al fine di progettare politiche di transizione climatica con partecipazione democratica e dialogo sociale;  
  • indirizzare gli investimenti pubblici verso progetti infrastrutturali, compresi i settori dei trasporti, dei servizi igienici e delle infrastrutture digitali, e mobilitare le banche pubbliche di sviluppo nazionali e regionali per fornire sostegno finanziario.   

Al fine di sostenere una ripresa mondiale in linea con l'accordo di Parigi e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, i Capi di Stato e di governo del G20 devono fare i seguenti passi verso una riforma del multilateralismo:

  • attuare l'impegno esistente di 100 miliardi di dollari in finanziamenti per il clima al fine di aiutare i paesi più vulnerabili ad adattarsi al cambiamento climatico e a ridurre le loro emissioni. Questi finanziamenti dovranno arrivare sotto forma di sovvenzioni, non di prestiti, per evitare di creare un nuovo onere del debito;
  • istituire un Fondo globale per la protezione sociale al fine di sostenere la creazione di una protezione sociale universale nei paesi meno sviluppati del mondo, come raccomandato dai Ministri dello sviluppo;
  • mantenere gli impegni internazionali di raggiungere lo 0,7% del loro PIL nei bilanci della cooperazione allo sviluppo;  
  • espandere le iniziative di riduzione, ristrutturazione o cancellazione del debito, ampliare la partecipazione all’Iniziativa a favore della sospensione del servizio del debito (DSSI) e al Quadro Comune del G20 per il trattamento del debito ai creditori privati, includere sia i paesi a basso che a medio reddito, e incentivare azioni di cancellazione del debito per ripristinarne la sostenibilità;  
  • creare canali per le economie avanzate per ricollocare il loro recente stanziamento di Diritti speciali di prelievo (DSP) al FMI nella direzione di sostegni ai paesi in difficoltà che non creino debito;
  • sostenere gli sforzi per affrontare il cambiamento climatico nei paesi in via di sviluppo tramite la condivisione di finanziamenti e tecnologie;  
  • rispettare lo spazio delle politiche nazionali negli accordi commerciali e sugli investimenti e porre fine alle disposizioni che limitano la capacità di perseguire politiche volte a raggiungere la piena occupazione, una giusta transizione verso un'economia a zero emissioni nette di carbonio, la regolamentazione dell'economia digitale e lo spazio per creare sviluppo;
  • inserire clausole per far rispettare effettivamente le norme e gli standard dell'OIL negli accordi commerciali bilaterali e regionali;  
  • porre fine ai tribunali per le controversie investitore-Stato che favoriscono le aziende rispetto al bene pubblico, e stabilire un meccanismo equo e trasparente per gestire tali controversie;  
  • istituire in seno all'OMC un Comitato per il lavoro quale spazio formale per il dialogo sociale e adottare una clausola sociale esigibile, basata sui diritti fondamentali dell'OIL, per determinare una base di diritti a livello mondiale;  
  • impegnarsi ad adottare e attuare i Principi guida dell'ONU su imprese e diritti umani e le Linee guida dell'OCSE per le imprese multinazionali e rendere obbligatoria la “diligenza dovuta” per le catene di fornitura aziendali e la Dichiarazione tripartita dell'OIL sui principi riguardanti le imprese multinazionali e la politica sociale;   
  • garantire la coerenza delle politiche promosse dal FMI, dalla Banca Mondiale e da altre banche di sviluppo regionale con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, le Norme del Lavoro dell'OIL e l'Accordo di Parigi sul clima;  
  • impegnarsi attivamente e sostenere il processo per l’elaborazione di uno strumento internazionale, giuridicamente vincolante, sulle società transnazionali e le altre imprese in corso al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite.

 

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