Il 22 marzo si celebra la Giornata mondiale dell’acqua (World Water Day), ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992. Il tema di quest'anno è il legame tra acqua e cambiamenti climatici, l’obiettivo della giornata è sensibilizzare le Istituzioni e l’opinione pubblica sull'importanza di ridurre lo spreco di acqua e agire per contrastare il cambiamento climatico.

Le conseguenze del cambiamento climatico in termini di scarsità di risorse idriche e di rischio di siccità, anche in Italia, sono già pesanti. Li ha messi bene in evidenza il sesto rapporto dell’IPCC “Cambiamento climatico 2022, Impatti, Adattamento, Vulnerabilità” uscito un paio di settimane fa. Il report evidenzia come si sta riducendo la nostra capacità di produrre cibo e fornire acqua potabile, considerando che, anche in un mondo con basse emissioni di anidride carbonica, l'8% delle terre attualmente coltivabile diventerà inutilizzabile entro il 2100. L'area mediterranea tende a scaldarsi più della media, con una netta riduzione delle precipitazioni e un aumento dell'aridità. La conferma ci viene dalla siccità della pianura Padana: il Po si sta prosciugando, i suoi affluenti sono ai minimi storici dal 1972, Dora Baltea, Adda e Ticino hanno una riduzione del 75% nelle portate, con gravi conseguenze per l'irrigazione e la produzione di energetica idroelettrica. Si stimano danni per 1/3 della produzione agricola nazionale, stimando danni economici per 1 miliardo all’anno.
Nonostante la criticità della situazione il nostro Paese non sta agendo con la necessaria determinazione.

Per quanto riguarda la riduzione degli sprechi, basta pensare a quanto poco si sta facendo per le perdite delle reti idriche, che continuano ad essere intorno al 40%. In più, il DL Concorrenza, eliminando all’art. 6 tutte quelle disposizioni che attraverso una serie di adempimenti e procedure (giustificazioni, sistemi di monitoraggio e di revisioni periodiche,ecc.), che riguardano solo la gestione pubblica del servizio e non i gestori privati, punta chiaramente a delegare al mercato la gestione dei servizi pubblici locali, tra cui il servizio idrico in netto contrasto con l’esito referendario del 2011. La gestione dell’acqua deve essere compatibile con l’uso razionale, democratico e solidale di questa risorsa così preziosa e limitata, tanto più tenendo che a causa del cambiamento climatico sarà una risorsa sempre più scarsa.

Per il contrasto al cambiamento climatico, ricordiamo che a fronte di un obiettivo europeo di riduzione delle emissioni del 55% al 2030 rispetto al 1990, in Italia il PNIEC ha un obiettivo di riduzione delle emissioni del 37%. Anche il PNRR, che rappresenta un’occasione unica in termini di risorse economiche per gli investimenti, avrà un impatto limitato rispetto agli obiettivi di contrasto al cambiamento climatico se non accompagnato da risorse nazionali e da uno strumento europeo finalizzato a sostenere tali obiettivi al 2030.

Per tutti questi motivi, per la CGIL, la giornata del 22 marzo è un monito a rafforzare il nostro impegno per migliorare la qualità dell'acqua, eliminare gli sprechi e promuoverne un uso razionale e per un’azione forte e rapida di contrasto al cambiamento climatico.

Continueremo a portarlo avanti con la nostra azione, a tutti i livelli, anche al tavolo presso il MITE previsto dal Protocollo per la partecipazione e il confronto nell’ambito del PNRR e del Piano nazionale per gli investimenti complementari, di cui abbiamo chiesto unitariamente l’attivazione, appena verrà convocato.