Durante i lavori della 111^ sessione della Conferenza Internazionale del Lavoro (ILC) dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro, 5 – 16 giugno 2023, è stato firmato il 9 giugno il primo Programma nazionale per il lavoro dignitoso della storia della Somalia (DWCP) tra la direttrice ILO per l’Africa, Cynthia Samuel-Olonjuwom, il segretario generale della Federazione dei Sindacati Somali, Omar Faruk Osman, il ministero del Lavoro e degli Affari Sociali della Somalia, Bihi Iman Egeh, il direttore generale della Camera del Commerio e dell’Industria della Somalia, Abdi Abshir Dorre.

Il programma DWCP è lo strumento attraverso il quale l’ILO promuove il lavoro dignitoso nei settori di maggior interesse del paese con la collaborazione delle parti sociali che definiscono nel piano di sviluppo priorità e obiettivi con l’intento di ridurre i deficit di lavoro dignitoso attraverso misure efficienti. Per realizzare il lavoro dignitoso è necessario perseguire precisi obiettivi tra loro correlati e interdipendenti: creare opportunità di occupazione e remunerazione per tutti; garantire i principi e diritti fondamentali nel lavoro; rafforzare ed estendere la protezione sociale; promuovere il tripartismo e il dialogo sociale e la traversalità dell’uguaglianza di genere.

Nel caso della Somalia, il programma DWCP si incentrerà, quindi, su settori chiave, quali: occupazione, produttività e crescita sostenibile, qualità di vita, capitale umano, forza lavoro qualificata, governance del mercato del lavoro e diritti dei lavoratori. Si è giunti alla firma del programma dopo un percorso lungo e difficile durante il quale il sidacato somalo ha sempre denunciato l’assenza di giustizia sociale che ha provocato crisi prolungate che durano, oramai, da oltre trent’anni. Per questo motivo ha ricercato e sollecitato l’introduzione dell’agenda del lavoro dignitoso per dare una risposta all’estrema povertà, alla disoccupazione di massa (70%) e alla condizioni di lavoro precarie del Paese che gravano pesantemente sui giovani lavoratori (il 70% della popolazione somala ha meno di 25 anni). La violenza e le molestie nel mondo del lavoro, le condizioni di pericolo e la povertà lavorativa sono molto diffuse, soprattutto nelle economie informali e rurali. Molti bambini non solo sono intrappolati nel lavoro minorile in quanto portatori di reddito per le loro famiglie, ma vengono anche utilizzati per commettere crimini e/o sono a volte arruolati nelle milizie armate.

A questo si aggiungono le calamità provocate dal cambiamento climatico. L’ultima siccità, la peggiore mai avuta in 40 anni, i conflitti violenti e la fragilità dell’economia hanno spinto milioni di persone nella povertà. Circa la metà della popolazione ha bisogno di assistenza umanitaria e il crescente numero di sfollati e il continuo ritorno dei rifugiati in Somalia stanno mettendo sempre più a rischio il funzionamento dei servizi di base e la coesione sociale.

Un contesto senza dubbio difficile, quello della Somalia, che emerge da decenni di guerre, siccità, inondazioni, disgregazione sociale e terrorismo e si avvia verso una delicata quanto fragile fase di riscatto.

E’ in questa direzione che si stanno implementando le attività del progetto di cooperazione “INFORMAL - Istruire, Normare, Formare, Lavorare: dall'informale al formale per la crescita inclusiva, la pace ed il dialogo sociale in Somalia" AID 012590/03/0, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Il progetto, con l'obiettivo ultimo di contribuire a creare lavoro dignitoso per donne e uomini è implementato da Nexus ER e FESTU in collaborazione con altre controparti sociali quali il Ministero degli Affari Sociali (MoLSA) e la Camera del Commercio e dell'Industria della Somalia (SCCI), l'Organizzazione regionale africana della Confederazione Sindacale Internazionale (ITUC Africa) e vede il supporto e la collaborazione della CGIL nazionale.