Il 13 dicembre si è svolta la prima riunione successiva a quella di insediamento dell’Osservatorio Infanzia ricostituito nell’anno in corso.

La riunione è stata presieduta dalla Ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità Eugenia Roccella ed aveva all’ordine del giorno la costituzione dei gruppi di lavoro che dovrebbero lavorare alla stesura del nuovo piano e il monitoraggio del precedente varato nel 2021 per il triennio 2022/2024.

La Ministra ha aperto la sua introduzione rivendicando la necessità di un Piano meno ambizioso e meno velleitario del precedente che vada invece più sul concreto con poche azioni mirate e verificabili. Ha poi sostenuto che la missione educativa delle nuove generazioni non può essere attribuita alla scuola che sarebbe sovraccaricata da questo compito ma dovrebbe spettare alle famiglie.

È stato poi portato ad esempio di come vadano affrontati i problemi il cosiddetto “decreto Caivano” e l’approccio securitario caratterizzato dall’inasprimento delle pene di cui è portatore che dovrebbe essere applicato anche in ambito di contrasto al bullismo e al cyberbullismo.

È stata infine sottolineata l’importanza di strumenti quali il parental control ai quali questo governo avrebbe dato nuovo impulso.

A seguire sono stati presentati i Coordinatori dei quattro gruppi di lavoro che riguardano:

1. “Supporto e accompagnamento ai minorenni attraverso un sistema di servizi integrato rivolto alle famiglie”, sulla base del principio che il sostegno ai minori passa innanzitutto dal supporto alle famiglie e alle competenze genitoriali e che assumono rilevanza l’interdisciplinarietà, la qualità dei servizi e il coordinamento tra i servizi stessi a livello territoriale;

2. “Tutela della salute mentale dei minorenni all’interno e fuori dalla famiglia, anche con riferimento al tema delle dipendenze e all’impatto dell’esposizione alla pornografia in rete”, in relazione alla definizione dei possibili interventi di prevenzione e di contrasto a tali fenomeni, nonché di supporto ai soggetti coinvolti;

3. “Promozione dell’affido”, in un’ottica di collaborazione sinergica tra comunità di accoglienza, famiglie affidatarie e servizi;

4. “Raccolta dei dati e sistema informativo sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza”, anche con riferimento agli indicatori BES (Benessere Equo e Sostenibile).

La nostra Organizzazione partecipa al primo e al secondo gruppo.

Abbiamo ritenuto di intervenire nel successivo giro di tavolo con qualche osservazione su alcuni punti toccati dalla relazione della Ministra.

Abbiamo voluto rappresentare che, pur salutando con piacere la riunione dell’organismo, abbiamo trovato tardiva la sua prima convocazione dopo l’insediamento a più di un anno dalla nascita del nuovo Governo.

Abbiamo poi sottolineato, così come fatto anche da Unicef in un precedente intervento, la necessità che il monitoraggio non si limiti al precedente piano ma si estenda anche agli altri strumenti varati nella precedente legislatura, quali la Child Guarantee e il Programma Pippi, che sono totalmente spariti dai radar nell’ultimo anno, e al PNRR, vista la riduzione drastica dei posti nido originariamente previsti.

Ci siamo detti perplessi dalla rivendicazione di una maggiore concretezza del Piano considerato che la caratteristica del Piano dovrebbe proprio essere l’ambizione rispetto a una strada da indicare che poi dovrebbe essere percorsa da atti amministrativi e legislativi, ai quali sì deve richiedersi concretezza. Abbiamo invece affermato l’importanza dei principi contenuti nel precedente piano – che peraltro si raccorda alla strategia UE 2021/24 tuttora in vigore - e abbiamo fatto alcuni esempi di azioni previste nel piano (diritto ai processi educativi fin dalla nascita e quindi nel segmento 0-2, educazione all’affettività, alla sessualità e alla parità di genere). Abbiamo contestato la sottrazione del ruolo educativo alla scuola a cui compete invece, a nostro parere, l’educazione delle nuove generazioni ai principi e ai valori costituzionali, ruolo che la famiglia non è tenuta a esercitare e che comunque non potrebbe essere soggetto ad alcun tipo di monitoraggio.

Abbiamo poi ribadito la nostra contrarietà all’impostazione del decreto Caivano che fin dal nome risponde ad esigenze mediatiche e declina le questioni esclusivamente dal punto di vista securitario e repressivo, trascurando in toto la via dell’educazione al rispetto delle differenze e all’affettività e alla sessualità prima citate che dovrebbe invece costituire la chiave di volta nella formazione delle nuove generazioni, anche in chiave di contrasto a fenomeni quali il bullismo, il cyberbullismo, il sessismo e l’omolesbobitransfobia e dovrebbero essere attività curricolari e non extracurricolari come sembrerebbero suggerire le proposte che circolano in questi giorni dopo gli ultimi efferati fatti di cronaca.