Presentiamo questo Tredicesimo Rapporto sulla contrattazione sociale in un momento complesso, difficile e pieno di incertezze. La pandemia, la guerra, la dinamica inflattiva, le ripercussioni economiche e sociali, la crescita delle diseguaglianze tra le persone e i generi, le generazioni e i territori inaspriscono fragilità e disagio, aggravando la condizione materiale delle persone in un quadro di precarietà del lavoro, salari e pensioni erosi dall’inflazione, povertà crescente, dinamiche demografiche drammatiche e difficoltà del sistema di welfare pubblico, indebolito da anni di tagli a risorse e personale.
In questo scenario assume ancora maggior rilevanza la necessità di un cambiamento profondo capace di costruire le condizioni perché si affermi un nuovo modello di sviluppo e di società capace di garantire giustizia sociale, diritti e opportunità per tutte e tutti, contestualmente alla transizione energetica, digitale e produttiva in una prospettiva di sostenibilità ambientale e sociale.
È una fase storica difficile, con un nuovo governo di destra che sin dalle sue prime scelte, dai primi decreti alla legge di Bilancio, dai temi dell’autonomia differenziata al lavoro, la sanità, la povertà non ha perso l’occasione per dare una forte impronta identitaria, in un quadro di crisi democratica e di partecipazione, come confermato anche dagli alti livelli di astensionismo registrati negli ultimi appuntamenti elettorali.
Ma il tempo delle scelte è adesso, e servono risposte adeguate alla complessità delle sfide che abbiamo di fronte, sulla base delle proposte sulle cinque azioni prioritarie su salari, fisco, salute e sicurezza, politiche industriali, qualità dei servizi pubblici, che la Cgil ha discusso e condiviso nel suo percorso congressuale che si avvia al termine. 

Il Congresso della Cgil che ha ribadito il ruolo della contrattazione sociale e territoriale come uno dei pilastri della nostra azione: un ambito strategico per tutelare e migliorare le condizioni di vita e di reddito delle persone e delle comunità, superandone le crescenti diseguaglianze, e coniugare la tutela dei diritti del lavoro con i diritti di cittadinanza per dare risposte concrete ai bisogni vecchi e nuovi. ....

Il Tredicesimo Rapporto sulla contrattazione sociale ci offre un quadro importante di ripresa dell’azione negoziale nei territori, dopo il rallentamento dovuto alla fase più acuta della pandemia. Quasi mille documenti raccolti e analizzati, tra piattaforme, verbali e accordi, ci forniscono il quadro di un lavoro importante e consolidato in molte realtà del Paese: un patrimonio importante fatto di esperienze, competenze, buone pratiche da valorizzare, frutto di un impegno, spesso unitario, volto a rispondere alle sfide di rappresentare e farsi carico dei bisogni crescenti delle persone e dei territori.
Ma la presentazione del rapporto, oltre all'analisi quantitativa e qualitativa sull’attività svolta, deve darci l’occasione anche per riflettere sui nostri punti di debolezza e sui ritardi da recuperare.
Nelle esperienze fatte risultano rilevanti differenze territoriali, non solo tra le diverse aree del Paese, ma spesso anche all’interno della stessa regione, a conferma che la contrattazione sociale territoriale non è ancora un lavoro e un impegno pienamente strutturato nell’insieme dell’organizzazione.  ....

Aggiornare la riflessione sulla contrattazione sociale è utile e necessario per poter agire meglio la contrattazione stessa e se il territorio è il luogo in cui si coniugano e concretizzano i diritti del lavoro con quelli di cittadinanza, è necessario rilanciare una nuova stagione di iniziativa sindacale per rispondere ai nuovi bisogni, attraverso un nuovo protagonismo del sindacato che vive e agisce nel territorio. Da questo punto di vista la Cgil è un presidio fondamentale, come soggetto di trasformazione e di cambiamento della società.

Daniela Barbaresi, segretaria confederale Cgil

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